Strumenti di laboratorio comuni e come usarli al meglio

Última actualización: novembro 10, 2025
  • Mappa completa di vetreria e strumenti: funzioni, limiti e buone pratiche.
  • Classificazione per complessità (base, intermedio, avanzato) per pianificare acquisti e formazione.
  • Sicurezza e qualità: pulizia, calibrazione e uso di cappe, autoclavi e DPI.

strumenti di laboratorio e utilizzi

I laboratori moderni sono ecosistemi complessi in cui precisione, sicurezza e ripetibilità dei risultati camminano di pari passo. Conoscere a fondo strumenti, vetreria e apparecchiature è la base per lavorare bene, evitare errori e proteggere persone e campioni. Che si tratti di chimica, biologia, farmacia, ambiente o didattica, gli strumenti giusti (usati correttamente) fanno tutta la differenza.

Oltre a “cosa usare”, conta anche “come” e “quando”. Dalla scelta del dispositivo alla manutenzione, dalla calibrazione alla pulizia, ogni dettaglio incide sull’esito di un’analisi. Nelle sezioni che seguono trovi un quadro completo e pratico sugli strumenti di laboratorio più comuni e sulle loro funzioni, con esempi concreti e note operative per una routine davvero efficiente.

Vetreria da laboratorio: nomi, funzioni e consigli d’uso

Tra gli elementi più riconoscibili di un laboratorio c’è la vetreria. Il vetro borosilicato resiste a shock termici, non contamina i campioni ed è ideale per miscelazioni, riscaldamenti e misure volumetriche. Ogni pezzo ha una funzione precisa: usarlo per lo scopo corretto è cruciale per la qualità dei risultati.

Il becher (o Becker) è un cilindro con beccuccio e graduazione approssimativa: si usa per sciogliere sostanze, preparare soluzioni, riscaldare liquidi e come contenitore temporaneo. Non è uno strumento volumetrico di alta precisione, ma è robusto e versatile.

Il frasc Erlenmeyer (o matraccio conico) ha collo stretto e base larga: riduce schizzi ed evaporazioni, per questo è perfetto in titolazioni e per la conservazione temporanea di soluzioni. La forma consente agitazioni energiche senza perdita di liquido.

I tubi di saggio servono per reazioni con piccole quantità di reagenti, prove qualitative, riscaldamenti localizzati (con becco Bunsen, usando pinze). Vanno sempre riposti in verticale su appositi portaprovette.

I matracci a fondo piatto e a fondo tondo sono ideali per reazioni e riscaldamenti omogenei; il modello a fondo tondo lavora al meglio con mantelli riscaldanti e sistemi di riflusso. Il matraccio di distillazione include un braccio laterale che convoglia i vapori verso il condensatore.

Il matraccio volumetrico è calibrato per un volume preciso e si usa nel preparo accurato di soluzioni standard o per diluizioni. Non va riscaldato: il calore altererebbe la calibrazione e quindi l’accuratezza.

La provetta graduata (cilindro graduato) misura volumi in modo rapido ma con precisione moderata. Per letture affidabili si legge al menisco e all’altezza degli occhi.

Le pipette si suddividono in volumetriche (volume fisso, alta precisione) e graduate (volumi variabili). La pipetta Pasteur/contagocce permette trasferimenti goccia a goccia, ottima quando servono minime quantità. Per la sicurezza, l’aspirazione si effettua con pera di aspirazione o pipettatore, mai con la bocca.

La buretta è il riferimento nelle titolazioni volumetriche: eroga soluzione titolante per caduta, con scala graduata e rubinetto di precisione. Si monta in verticale su supporto universale e si legge con cura il volume erogato.

Il bastone di vetro serve per agitare e guidare il liquido durante travasi per evitare schizzi; il vetro d’orologio è utile per piccole pesate, micro-evaporazioni e come copertura parziale dei becher. Questi accessori semplici riducono errori e perdite di campione.

Relacionado:  Tiroglobulina: estrutura, síntese, função, valores

Il condensatore raffredda vapori e li trasforma in liquidi nei sistemi di distillazione o riflusso, sfruttando acqua circolante esterna. Insieme alla colonna di frazionamento consente separazioni fini di liquidi miscibili con ebollizioni diverse.

L’imbuto di separazione (o di decantazione) separa liquidi immiscibili sfruttando la diversa densità, mentre l’imbuto di vetro con carta da filtro si usa nelle filtrazioni per gravità. Con il kitassato e il Büchner si passa alla filtrazione sotto vuoto per velocizzare il processo.

Il dessiccatore mantiene campioni anidri con agenti essiccanti (es. gel di silice); le piastre di Petri ospitano colture microbiche con terreni nutrienti. Le cubette custodiscono campioni per misure in spettrofotometria (scelta del materiale in base alla lunghezza d’onda: plastica, vetro, quarzo).

Strumenti meno noti ma utili: il tubo di Nessler per confronti colorimetrici e il tubo di Thiele per determinare il punto di fusione. La “trappola/ritentore di umidità” protegge reagenti e dispensatori dall’assorbimento di umidità ambientale.

attrezzature da laboratorio comuni

Apparecchiature: dalla base all’avanzato

Ha senso ragionare per livelli di complessità. Questa classificazione aiuta nella pianificazione degli acquisti, nella formazione del personale e nell’organizzazione fisica del laboratorio.

Strumenti di base: becher e becher in plastica, provette, provette con tappo, provetta 250 ml, provette in plastica, pissetta, spatole, bacchette di vetro, pipette graduate, provette Falcon, beute/Erlenmeyer, supporto universale, spazzole per vetreria, carta da filtro (anche quantitativa), vetro d’orologio, porta-pipette, pinze (metallo e legno). Servono per misure non critiche, travasi, lavaggi, prepari preliminari.

Strumenti intermedi: bilancia analitica/di precisione, pipette volumetriche, burette graduate, imbuti di separazione, centrifughe da banco, dessiccatori, agitatori (magnetici, vortex, a elica, shaker di provette), mantello riscaldante, piastra riscaldante con agitazione, bagno termostatato/banho-maria, essiccatori/forni di asciugatura. Richiedono più attenzione, calibrazioni e protocolli.

Strumenti avanzati: spettrofotometri, colorimetri, cromatografi liquidi HPLC e gascromatografi, microscopi (ottici, fluorescenza, elettronici), cabine di sicurezza biologica e cappe a flusso laminare, cappe chimiche a espulsione, muffola ad alta temperatura, incubatori (BOD, CO2, shaker incubati), analizzatori di biochimica, contatori differenziali di cellule. Sono strumenti ad alta complessità, spesso automatizzati, che richiedono formazione specifica.

Sicurezza individuale e protezione collettiva

La sicurezza viene prima di tutto: occhiali protettivi, camice da laboratorio e guanti non sono opzionali. Proteggono da spruzzi, vapori irritanti e contatto cutaneo con reagenti. Calzature chiuse e protocolli chiari sono imprescindibili.

Per operare con sostanze volatili o tossiche si usa la cappa chimica (di aspirazione), che confina e rimuove i vapori. Per attività sterili su microrganismi e colture si impiega la cappa a flusso laminare o cabina di sicurezza biologica (filtri HEPA, UV per la decontaminazione). Queste sono barriere di protezione per operatori e campioni.

Riscaldamento, sostegno e materiali refrattari

Il becco Bunsen fornisce una fiamma regolabile per riscaldamenti rapidi e sterilizzazioni; va usato con consapevolezza del rischio incendio. La piastra riscaldante/agitatrice distribuisce calore uniforme ed evita scintille, utile con solventi infiammabili.

Relacionado:  Rubidio: história, propriedades, estrutura, compras, usos

Il mantello riscaldante è perfetto per matracci a fondo tondo; la rete metallica con centro ceramico (storicamente “tela di amianto”) e il treppiede sostengono i recipienti e diffondono il calore. Il crogiolo e la capsula di porcellana resistono ad alte temperature per calcinazioni ed evaporazioni.

Il bagno termostatato/banho-maria mantiene temperature stabili, mentre la stufa/forno asciuga e sterilizza. La muffola spinge oltre i 1000 °C per trattamenti termici e perdite al fuoco

Misure e analisi: pH, colore, luce

Il pHmetro misura il potenziale idrogenionico su scala 0–14, con elettrodi che richiedono calibrazione con soluzioni tampone (tipicamente pH 4 e 7). In alternativa, le strisce indicatrici di pH offrono letture rapide ma meno precise.

Il colorimetro quantifica la concentrazione in base all’intensità del colore formato (portatile per campo, da banco per laboratorio). Lo spettrofotometro misura assorbimento a specifiche lunghezze d’onda per analisi quantitative (proteine, DNA, farmaci, purezza).

I cromatografi separano e identificano composti: HPLC per sostanze termolabili e ad alta massa molecolare, GC per volatili. Accoppiati a rivelatori adeguati, forniscono dati selettivi e sensibili.

Acqua pura e reagenti senza interferenze

La qualità dell’acqua condiziona tutte le analisi. Il distillatore rimuove ioni, impurità e contaminanti tramite evaporazione/condensazione; il deionizzatore con resine a scambio ionico elimina Ca2+, Mg2+ e altri ioni, producendo acqua ad alta resistività.

Per reagenti igroscopici si usano dessicatori e trappole anti-umidità. Mantenere solventi e standard lontani da umidità e CO2 evita derive nei risultati.

Separazioni, filtrazioni e flussi

Le centrifughe separano fasi per densità: dal plasma in clinica alla concentrazione di microrganismi, fino alla purificazione di proteine e acidi nucleici. Si scegliere RPM/RCF e tempo in funzione di matrice e obiettivo.

Nelle filtrazioni, carta filtro e imbuto a gravità sono l’opzione semplice; con imbuto di Büchner + kitassato + vuoto si velocizza e si migliora la resa. Esistono sistemi di filtrazione integrati per volumi maggiori o requisiti sterili.

Laboratori di analisi cliniche: ambienti, strumenti e flussi

In contesti clinici, biochimica, immunologia ed ematologia assorbono il grosso dei volumi. Strutture tecniche curate, percorsi di campioni ben definiti e apparecchi affidabili sono il cuore operativo.

Strumentazione tipica: microscopi ottici per morfologia cellulare, analizzatori di biochimica automatizzati (enzimi, metaboliti), pHmetri, centrifughe, contatori differenziali di cellule, incubatori (anche CO2 per colture), cappe di sicurezza biologica, bagni termostatati, piastre riscaldanti, autoclavi per sterilizzare vetreria e materiali non monouso. I software gestionali e l’interfacciamento strumenti-lis velocizzano tracciabilità e consegna referti.

Inventario operativo: esempi di utensili imprescindibili

Per una routine fluida è utile avere una dotazione ampia e coerente. Ecco un repertorio integrato (selezione) che copre uso didattico, ricerca e clinica:

  • Becher in vetro e in plastica; provetta graduata 250 ml; provette in vetro con tappo e in plastica; tubi Falcon e microtubi.
  • Pipette di vetro, graduate e volumetriche; pipetta da 1 ml; pipette monouso e pipetta Pasteur; micropipette mono e multicanale con puntali.
  • Pipettatori a pera e a rotella (pi pump); pera per pipetta e accessori.
  • Burette graduate con base e supporto; supporto universale, pinze e ganci.
  • Imbuti a stelo lungo, imbuto di separazione, imbuto di Büchner con kitassato; sistemi di filtrazione; carta filtro quantitativa.
  • Piastre di Petri (anche monouso); porta-lamelle e lamelle per microscopia.
  • Barre magnetiche (pesciolini) e agitatori di provette; bacchette di vetro.
  • Mortai e pestelli (gral) in porcellana; crogioli e capsule di porcellana.
  • Becco Bunsen, piastra riscaldante/agitatrice, mantello riscaldante, treppiede e rete metallica.
  • Essiccatori (dessiccatori) in vetro; spazzole per vetreria; pissetta per acqua distillata.
  • Strisce indicatrici di pH; soluzioni tampone pH 4 e 7; termometri.
  • Pinze di metallo e di legno; carrelli e cavi (es. cavo di Kolle), criotubi.
Relacionado:  Pneumóforos: características, tipos e função

Completano il quadro gli strumenti analitici e di processo: bilance analitiche, centrifughe, spettrofotometri, colorimetri, cromatografi, stufe, muffole, bagni termostatati, cappe chimiche e biologiche, autoclavi, distillatori e deionizzatori.

Buone pratiche: pulizia, calibrazione e uso corretto

La vetreria si lava preferibilmente con detergente neutro incolore e si risciacqua con abbondante acqua distillata. Per residui organici/untuosi si impiegano solventi (es. esano); per tracce metalliche o analitiche si ricorre a ossidanti forti (p.es. soluzioni sulfonitriche o KOH), seguendo le norme di sicurezza.

Mai riscaldare vetreria volumetrica (matracci, pipette, burette): si alterano le calibrazioni. Pipettare solo con pera/pipettatore, non con la bocca. Non scaldare recipienti chiusi: la sovrapressione può causare esplosioni.

Il pHmetro si calibra regolarmente con tamponi certificati; bilance e volumetria richiedono controlli periodici con pesi e strumenti di riferimento. Filtri HEPA delle cappe vanno sostituiti secondo piano di manutenzione; gli strumenti ottici si puliscono con panni idonei.

Approfondimenti su strumenti chiave

Spettrofotometro: legge l’assorbanza di una soluzione a specifiche lunghezze d’onda; con cubette adeguate (quarzo per UV, vetro/plastica per visibile) consente quantificazioni affidabili. È la spina dorsale di molte analisi chimiche e biologiche.

Cromatografo (HPLC/GC): separa miscele complesse secondo affinità con fase stazionaria e mobile; con rivelatori appropriati (UV, MS, FID…) rivela e quantifica componenti anche a basse concentrazioni. Indispensabile in qualità farmaceutica e ambientale.

Colorimetro: dosa in base al colore sviluppato; utile in clinica e controllo acque. Le versioni portatili sono pratiche per campo, quelle da banco garantiscono maggiore stabilità e ripetibilità.

Centrifuga: parametri chiave sono RCF (g) oltre agli RPM, tempo e temperatura. Rotori adeguati e bilanciamento dei campioni evitano vibrazioni e danneggiamenti.

Cappe: chimiche per vapori nocivi, a flusso laminare per operazioni sterili; le cabine di sicurezza biologica proteggono operatore, prodotto e ambiente secondo classi di rischio. UV e sanificazioni periodiche sono parte della routine.

Autoclave: sterilizza con vapore saturo in pressione per il tempo prescritto; fondamentale per vetreria riutilizzabile e rifiuti biologici. Carichi corretti e indicatori di sterilità sono obbligatori.

Note su organizzazione e software

Oltre all’hardware, contano i flussi. Gestionali LIMS e interfacciamento strumentale automatizzano la tracciabilità di campioni, reagenti e risultati, riducendo errori e tempi morti. Formazione continua e procedure operative standard chiudono il cerchio.

Ciò che rende efficiente un laboratorio non è un singolo strumento ma l’insieme: vetreria adatta al compito, apparecchi tarati, protezioni attive e passive, procedure chiare e mani esperte. Con questa cassetta degli attrezzi, dalla pipetta al cromatografo, si lavora meglio, più sicuri e con dati che parlano da soli.