Colera: cos’è, sintomi, contagio, prevenzione e cura

Última actualización: outubro 8, 2025
  • Il colera si trasmette per via oro-fecale e causa rapida disidratazione; la reidratazione tempestiva salva vite.
  • WASH, sorveglianza e vaccini orali sono pilastri di prevenzione e controllo nei focolai.
  • Due dosi vaccinali proteggono bene a breve termine; carenze globali richiedono strategie flessibili.
  • Con servizi ben organizzati, la letalità può restare sotto l'1% anche in contesti fragili.

immagine sul colera

Il colera è un’infezione diarroica acuta causata dal batterio Vibrio cholerae, che si diffonde soprattutto per via oro-fecale attraverso acqua e alimenti contaminati. In assenza di trattamento, può portare a una disidratazione severa e a esiti fatali nell’arco di poche ore, anche in persone in precedenza sane; tuttavia, se individuato e trattato rapidamente, è altamente curabile.

Nonostante i moderni sistemi di trattamento delle acque abbiano praticamente eliminato il colera nei Paesi industrializzati, la malattia continua a colpire in Africa, Asia sudorientale e in alcune aree dei Caraibi e dell’America Latina. Il rischio aumenta nelle emergenze umanitarie, durante conflitti o dopo disastri naturali, quando si creano condizioni di sovraffollamento e scarse infrastrutture igienico-sanitarie.

Che cos’è il colera

Il colera è causato da Vibrio cholerae, un batterio che colonizza l’intestino e produce un’enterotossina in grado di provocare diarrea acquosa abbondante e vomito. Colpisce adulti e bambini, con un periodo di incubazione generalmente breve, compreso tra 2 ore e 5 giorni; la trasmissione da persona a persona è poco comune rispetto all’esposizione a acqua e cibi contaminati.

Dal punto di vista microbiologico, i sierogruppi O1 e O139 sono gli unici responsabili dei grandi focolai. Il sierogruppo O1 è coinvolto in tutti i focolai più recenti, mentre O139, che in passato ha causato epidemie in Asia, oggi si osserva quasi esclusivamente in casi sporadici.

Come si trasmette

La via di contagio principale è la contaminazione fecale di acqua e alimenti. L’infezione può derivare dal consumo di acqua non trattata, ghiaccio, frutta e verdura lavate con acqua contaminata o cibi poco cotti. Un rischio specifico è legato ai frutti di mare crudi o poco cotti provenienti da acque costiere tiepide, dove il batterio può proliferare se le acque sono inquinate da scarichi fognari.

La trasmissione indiretta attraverso superfici contaminate e scarsa igiene delle mani contribuisce alla diffusione, specie in contesti con accesso limitato ad acqua potabile e servizi igienici. Nei Paesi con buoni standard di sanificazione, il rischio per i viaggiatori esiste ma è considerato generalmente basso, purché si adottino misure preventive di base.

Periodo di incubazione e quadro clinico

I sintomi possono manifestarsi tra 12 ore e 5 giorni dall’esposizione. La maggior parte delle persone infette è asintomatica o presenta sintomi lievi o moderati, ma una quota ridotta sviluppa diarrea acquosa profusa e vomito con rapida perdita di liquidi ed elettroliti.

Il colera si presenta tipicamente con diarrea liquida di grande volume, spesso senza dolore addominale marcato, accompagnata da vomito; la febbre è in genere assente. Senza trattamento, la disidratazione può diventare grave, con segni come secchezza delle mucose, sete intensa, ipotensione, capogiri e riduzione della diuresi.

Dal punto di vista della trasmissibilità, anche chi non ha sintomi può eliminare il batterio con le feci per 1-10 giorni, contribuendo alla diffusione, soprattutto dove mancano servizi igienici adeguati.

Dati e cifre essenziali

Secondo stime condivise in letteratura, ogni anno si registrano tra 1,3 e 4 milioni di casi di colera a livello globale, con 21.000-143.000 decessi. Si tratta di intervalli ampi, in parte per le differenti capacità di sorveglianza e notifica tra Paesi.

I dati riportati all’OMS indicano che nel 2023 sono stati notificati 535.321 casi e 4.007 decessi in 45 Paesi. La discrepanza rispetto alle stime complessive dipende probabilmente da sottodiagnosi e sottosegnalazione, oltre che da considerazioni socioeconomiche che talvolta scoraggiano la notifica per timori legati a turismo e commercio.

Epidemiologia e fattori di rischio

Il colera rimane strettamente collegato a carente accesso ad acqua potabile, servizi igienici e pratiche di igiene. Fattori aggravanti includono conflitti, spostamenti di popolazione, cicloni, inondazioni o siccità, nonché il mancato investimento nel mantenimento e nel miglioramento delle infrastrutture idriche e sanitarie.

Relacionado:  Hydroxil (B1-B6-B12): funções e efeitos colaterais deste medicamento

Alcuni gruppi sono più esposti a forme gravi, tra cui bambini malnutriti e persone con immunodeficienze (ad esempio HIV). In questi casi, l’infezione può progredire più rapidamente e la mortalità aumenta in assenza di accesso rapido alle cure.

Diagnosi e sorveglianza

Il modo più affidabile per confermare la diagnosi è l’analisi di un campione di feci per la ricerca di Vibrio cholerae. I test rapidi sono utili per individuare precocemente possibili focolai, ma la conferma richiede metodiche come coltura, sieroagglutinazione o PCR.

La sorveglianza dovrebbe far parte di un sistema integrato che garantisca notifica tempestiva, analisi e condivisione dei dati a tutti i livelli, dal locale al globale. I Paesi a rischio o colpiti sono invitati a rafforzare i sistemI di sorveglianza secondo le raccomandazioni aggiornate del gruppo tecnico internazionale dedicato al colera, così da rilevare e contenere rapidamente i focolai.

Trattamento: reidratazione, antibiotici e supporto

Il cardine della cura è la reidratazione. Nella maggior parte dei casi è sufficiente l’uso tempestivo delle soluzioni reidratanti orali (SRO), che ripristinano liquidi ed elettroliti persi con diarrea e vomito.

Nei pazienti con disidratazione severa sono necessari liquidi per via endovenosa in urgenza, affiancati a SRO e, quando indicato, antibiotici per ridurre la durata della diarrea e l’eliminazione del batterio. In alcune situazioni, il fabbisogno di liquidi può essere elevato e raggiungere diverse decine di litri nelle prime 24 ore, sulla base della valutazione clinica.

Gli antibiotici si usano per trattare i casi, non per la chemioprofilassi di massa, che non ha dimostrato efficacia nella riduzione della diffusione e può favorire resistenze. In aggiunta, lo zinco può abbreviare la durata e l’intensità della diarrea, specialmente nei bambini.

Quando le cure sono disponibili e ben organizzate, la letalità può mantenersi al di sotto dell’1 percento, un obiettivo chiave dei centri di trattamento del colera.

Prevenzione e controllo

La prevenzione poggia su interventi combinati: miglioramento di acqua, servizi igienici e igiene (WASH), sorveglianza intensificata, comunicazione del rischio e coinvolgimento comunitario, facile accesso alle cure e vaccinazioni orali nelle aree a rischio.

Nelle emergenze o durante i focolai, si punta a ridurre la trasmissione tramite clorazione dell’acqua, distribuzione di kit WASH, promozione del lavaggio delle mani con sapone, gestione sicura delle feci dei bambini e pratiche alimentari sicure. È utile anche adattare le pratiche funerarie quando il decesso è attribuibile al colera, per prevenire contagi durante i seppellimenti.

Il coinvolgimento della popolazione è cruciale: le comunità devono sapere riconoscere i sintomi, quando e dove segnalare i casi e l’importanza di ricorrere subito alla reidratazione orale ai primi segni. La partecipazione è altresì fondamentale per decidere la collocazione dei punti di reidratazione e coordinare le azioni locali.

Vaccini orali contro il colera

L’OMS ha precualificato tre vaccini orali: Dukoral, Euvichol-Plus ed Euvichol-S. In generale si somministrano due dosi per la protezione degli adulti; tuttavia, una singola dose di Euvichol-Plus o Euvichol-S può offrire una protezione a breve termine utile nelle campagne rapide di contenimento durante i focolai.

Euvichol-S è una versione semplificata di Euvichol-Plus precualificata nel 2024. Le attuali forniture per le campagne di massa si basano su Euvichol-Plus ed Euvichol-S, poiché alcune formulazioni storiche non sono più prodotte. Questi vaccini non sono controindicati in gravidanza.

Le stime di efficacia variano a seconda della fonte e del contesto: con schemi a due dosi si osserva spesso una protezione iniziale elevata, che può ridursi nel tempo. In situazioni di carenza globale di dosi, dalle raccomandazioni SAGE è stato adottato l’impiego temporaneo di regimi a singola dose per estendere la copertura durante i picchi epidemici.

Relacionado:  Hérnia de hiato: tipos, sintomas, causas e tratamento

Fornitura e accesso ai vaccini

La disponibilità di vaccini è una sfida globale: la domanda supera frequentemente l’offerta, specie nelle emergenze. Gli ostacoli includono numero limitato di produttori, costi di produzione elevati, necessità di catena del freddo e problemi logistici nelle aree remote.

La riserva mondiale di vaccini anticolerici orali, sostenuta da partner internazionali, viene destinata prioritariamente alla risposta ai focolai. In alcune realtà, il costo al dettaglio resta significativo per il cittadino: ad esempio, in un contesto europeo è stato riportato un prezzo di circa 70 euro a dose, con variabilità in base a Paese e fornitore.

Kit terapeutici e supporto operativo

L’OMS ha predisposto sei tipologie di kit contro il colera per supportare indagine, conferma dei focolai e cura dei pazienti. I kit comprendono: uno per le indagini, uno per la conferma in laboratorio, tre per i livelli comunitario, periferico e centrale e un kit di supporto logistico con materiali come lampade solari, recinzioni, sacche d’acqua e rubinetti.

Ogni kit contiene materiali sufficienti a trattare 100 pazienti. Questa standardizzazione facilita una risposta rapida e scalabile in scenari di epidemia.

Coordinamento globale e strategia fino al 2030

La lotta internazionale al colera è guidata dal Gruppo Speciale Globale contro il Colera, una rete che sviluppa strategie, linee guida e supporto ai Paesi per il controllo e, dove possibile, l’eliminazione a lungo termine.

Nel 2017 è stata lanciata la strategia Ending cholera: a global roadmap to 2030, con l’obiettivo di ridurre del 90 percento i decessi e eliminare la malattia in fino a 20 Paesi entro il 2030. I pilastri operativi includono: rilevazione e contenimento precoci con risposta multisettoriale rapida; interventi mirati e multisettoriali in hotspot prioritari di dimensioni relativamente ridotte; e meccanismi di coordinamento efficaci per supporto tecnico, advocacy, mobilitazione di risorse e collaborazione.

Ruolo dell’OMS

Il programma OMS sul colera mira ad aumentare la consapevolezza e il controllo della malattia a livello globale. Fornisce supporto agli Stati membri per rafforzare la sorveglianza, la capacità dei laboratori, l’accesso e la qualità delle cure, l’implementazione di pratiche di WASH e di prevenzione e controllo integrati, la partecipazione della popolazione e l’accesso alle vaccinazioni orali.

L’OMS ospita la segreteria del Gruppo Speciale Globale contro il Colera ed è parte del meccanismo di coordinamento delle riserve di vaccini di emergenza del Gruppo Internazionale di Coordinamento.

Caso studio: un focolaio in Sudan

Tra il 20 febbraio e il 5 marzo, nello Stato del Nilo Bianco in Sudan, 2.718 persone sono state ammesse nel centro di trattamento del colera dell’ospedale di Kosti, con 92 decessi. Questo aumento è stato associato a un massiccio blackout elettrico causato dal danneggiamento di un impianto, che ha messo fuori uso le pompe dell’acqua e costretto la comunità a dipendere da approvvigionamento tramite carri trainati da asini.

Le autorità hanno risposto proibendo l’uso dei carri, migliorando l’accesso all’acqua potabile, promuovendo misure di prevenzione e avviando una campagna vaccinale in tempi rapidi. Team di supporto hanno fornito assistenza clinica, formazione sulla gestione dei casi e incentivi al personale sanitario.

Per sostenere la risposta sono state inviate 14 tonnellate di forniture mediche e più di 25 tonnellate di materiali logistici. Il centro di trattamento è stato ampliato con letti, tende e sistemi di acqua clorata per garantire controllo delle infezioni e assistenza dignitosa e sicura.

Come intervengono le organizzazioni umanitarie

Negli scenari epidemici, le organizzazioni umanitarie allestiscono Centri di Trattamento del Colera per isolare i pazienti e fornire cure immediate, contenendo al contempo la trasmissione. In parallelo attivano punti di reidratazione orale sul territorio per i casi lievi e moderati.

Un pilastro della risposta è la promozione dell’igiene con distribuzione di sapone e acqua sicura, insieme a interventi WASH come la costruzione o riabilitazione di latrine e la potabilizzazione delle fonti contaminate. In un solo anno recentissimo, team sul campo hanno contribuito alla somministrazione di decine di migliaia di dosi vaccinali, al trattamento di decine di migliaia di pazienti e alla distribuzione di acqua potabile nelle aree colpite.

Relacionado:  Escala de Daniels: descrição, critérios, preparação para teste muscular

Oltre all’emergenza, le organizzazioni lavorano con le autorità per soluzioni sostenibili, migliorando l’accesso all’acqua potabile e rafforzando le infrastrutture igieniche. Resta fondamentale ampliare la disponibilità di vaccini e ottimizzare le strategie di distribuzione, soprattutto dove la domanda supera l’offerta.

Consigli pratici per comunità e viaggiatori

In aree con rischio colera o durante viaggi in zone endemiche, è consigliabile adottare azioni semplici ma efficaci per prevenire l’infezione e ridurre la diffusione; queste misure integrano e non sostituiscono il ricorso rapido alle cure in caso di sintomi.

  • Bere e usare solo acqua potabile per cucinare, lavare frutta e verdura e lavarsi i denti; se non disponibile, far bollire l’acqua per 3 minuti o utilizzare trattamenti di potabilizzazione appropriati.
  • Lavare spesso le mani con acqua e sapone o soluzioni alcoliche, specialmente dopo l’uso dei servizi igienici e prima di manipolare alimenti.
  • Evitare cibi crudi o poco cotti, in particolare frutti di mare; consumare alimenti ben cotti e serviti caldi, evitare insalate crude e frutta che non possa essere sbucciata.
  • Pulire ambienti e superfici con disinfettanti adeguati, ad esempio ipoclorito di sodio, e gestire in sicurezza i rifiuti e la materia organica.
  • Usare dispositivi di protezione (guanti, camici) nel contatto stretto con malati o con escreti potenzialmente infetti quando si assiste in ambito domestico o comunitario.

Domande frequenti su rischio e protezione

Chi è più a rischio di contrarre il colera durante un viaggio internazionale Il rischio riguarda soprattutto chi si reca in aree con focolai attivi o consuma frutti di mare crudi provenienti da acque tiepide contaminate; seguendo le regole igieniche il rischio rimane contenuto.

Esiste la febbre nel colera In genere no: la malattia si manifesta più spesso con diarrea acquosa e vomito senza febbre significativa, sebbene il quadro clinico vada sempre valutato dal medico.

Quanto durano protezione ed efficacia del vaccino Dipende dal vaccino e dallo schema: in molte valutazioni due dosi offrono buona protezione nel breve periodo, che diminuisce col tempo; in alcune fonti si segnalano percentuali più basse e durate limitate, a sottolineare l’importanza di integrare la vaccinazione con misure WASH e igiene.

Come si conferma il sospetto clinico La diagnosi è basata su esame delle feci con eventuale uso di test rapidi e conferma mediante coltura o PCR, secondo disponibilità e protocolli locali.

Organizzazione dei servizi durante i focolai

Per contenere efficacemente un’epidemia servono risposta multisettoriale rapida e coordinamento: triage e reidratazione precoce, gestione dei casi gravi in centri dedicati, approvvigionamento di SRO e fluidi EV, disponibilità di antibiotici appropriati e strumenti diagnostici.

L’allocazione di risorse si avvale di linee guida tecniche e manuali operativi sviluppati da reti internazionali, che coprono dall’identificazione dei casi all’implementazione di interventi WASH, fino alla comunicazione del rischio e al coinvolgimento delle comunità.

La pianificazione deve includere punti di reidratazione orale decentrati, percorsi chiari di referral, formazione del personale sul trattamento del colera e procedure di controllo delle infezioni, oltre a flussi rapidi per la logistica di kit, farmaci e materiali.

Quando necessario, le autorità possono adottare misure immediate per migliorare l’accesso all’acqua sicura, regolamentare fonti informali e promuovere campagne vaccinali mirate, bilanciando urgenza sanitaria e sostenibilità operativa.

Il colera, pur essendo una minaccia seria, è prevenibile e curabile se si agisce con tempestività, combinando reidratazione efficace, uso mirato di antibiotici, igiene e acqua sicura, sorveglianza rigorosa e, quando indicato, vaccinazioni orali; investire in infrastrutture e capacità locali rimane la chiave per spezzare il ciclo di trasmissione e ridurre drasticamente la mortalità.

Artículo relacionado:
As 10 doenças microbianas mais comuns