- Richiede 2 anni di residenza continuativa e uno o più contratti validi (≥90 giorni, ≥20 ore settimanali, SMI/CCNL).
- Datore in regola e solvibile: IRPF/IVA/Società e VILE rafforzano il fascicolo.
- Iter: tassa Mod. 790-052, 3 mesi di risposta (silenzio negativo), TIE e alta SS entro 1 mese.
- Durata 12 mesi con lavoro dipendente e autonomo; poi proroga o modifica al regime generale.
Se stai cercando di capire come funziona l’arraigo sociolaboral per ottenere residenza e trovare lavoro in Spagna, qui trovi una guida completa, chiara e aggiornata. Questa via è pensata per chi vive già in Spagna da almeno due anni e può presentare uno o più contratti di lavoro validi, rispettando condizioni precise su orario, retribuzione e solidità del datore di lavoro.
Prima di entrare nel dettaglio, un avviso importante: le informazioni hanno carattere orientativo e la decisione finale dipende sempre dalla normativa vigente al momento della domanda (Regolamento 1155/2024 in vigore dal 20 maggio 2025) e dall’ufficio competente che esamina il fascicolo. Se hai dubbi puntuali sul tuo caso, è saggio farti seguire da un esperto.
Che cos’è l’arraigo sociolaboral
L’arraigo sociolaboral è un’autorizzazione di residenza temporanea per circostanze eccezionali che si può concedere a persone straniere già presenti in Spagna da almeno due anni e che presentano uno o più contratti di lavoro che rispettano requisiti minimi di durata, orario e retribuzione. La grande novità rispetto ai percorsi tradizionali è il requisito temporale ridotto a due anni, invece dei tre previsti storicamente dall’arraigo social per molti casi con lavoro subordinato.
Attenzione a non confondere le figure: l’arraigo sociolaboral non sostituisce l’arraigo social, che resta attivo con proprie condizioni (legami familiari o integrazione sociale, mezzi economici, ecc.). Per l’accesso all’arraigo sociolaboral serve una proposta di lavoro; l’attività per conto proprio (autonomo) non è il canale di accesso qui, ma una volta ottenuto il permesso, l’autorizzazione di lavoro abbraccia sia lavoro dipendente sia autonomo durante la sua validità.
Base normativa aggiornata
Il quadro giuridico di riferimento è chiaro e conviene citarlo perché spesso viene richiesto nelle pratiche: Legge Organica 4/2000 (art. 31.3) sui diritti e le libertà degli stranieri e la loro integrazione sociale; Real Decreto 1155/2024 che approva il nuovo Regolamento della LO 4/2000 (articoli 124–127 per gli arraigos); e le Istruzioni SEM 1/2025 che precisano aspetti operativi su durata minima dei contratti, modalità contrattuali ammesse e requisiti concreti. Dal 20 maggio 2025 questa cornice è in vigore e guida le decisioni amministrative.
Requisiti per ottenere l’arraigo sociolaboral
I requisiti sono cumulativi e vanno rispettati tutti, pena la probabile archiviazione o diniego del procedimento. Di seguito quelli principali, con le precisazioni più pratiche che emergono nella prassi:
- Presenza in Spagna e non essere richiedente protezione internazionale al momento della domanda né durante l’istruttoria. Se hai presentato richiesta di asilo, finché non c’è decisione definitiva (anche giudiziale) non puoi usare questa via.
- Permanenza continuativa di almeno 2 anni prima della presentazione. Le assenze dal territorio non possono superare 90 giorni in totale nel periodo considerato. Il tempo trascorso come richiedente asilo non si computa fino a decisione definitiva.
- Non essere cittadino UE/SEE/Svizzera né familiare con diritto al regime comunitario. Questo è un requisito classico e imprescindibile.
- Assenza di precedenti penali in Spagna e nei Paesi di residenza degli ultimi cinque anni, per reati previsti dall’ordinamento spagnolo. Serve certificato aggiornato e, se straniero, legalizzato/apostillato e tradotto da traduttore giurato.
- Non risultare respingibile nello spazio di Paesi con cui la Spagna ha accordi in tal senso, né essere nel periodo di impegno a non rientrare se hai aderito a rientro volontario.
- Pagamento della tassa di procedimento: Modello 790, codice 052, voce 2.3.1 (autorizzazione di residenza temporanea per circostanze eccezionali per arraigo), a carico del richiedente, entro 10 giorni lavorativi dall’ammissione a trattazione.
- Contratto/i di lavoro che garantiscano almeno il Salario Minimo Interprofessionale (o salario da contratto collettivo) proporzionato alla giornata minima di 20 ore settimanali in somma globale. È ammessa la somma di più contratti nei seguenti casi:
- lavori di natura stagionale o legati a campagne/periodi produttivi con contratti concatenati, anche con datori diversi;
- attività parziali e simultanee presso più datori, sommandone le ore per raggiungere le 20 settimanali.
In base alle Istruzioni SEM 1/2025, contano molto anche forma e durata: minimo 90 giorni complessivi, modalità ammesse (indeterminato, temporaneo, fisso-discontinuo, sostituzione), e rispetto del livello retributivo. Per il 2025, lo SMI è 1.184 € lordi/mese a 14 mensilità; in part-time si applica la proporzione prevista dalla legge o dal contratto collettivo.
Non basta il contratto in sé: il datore di lavoro deve essere in regola con fisco e sicurezza sociale e dimostrare capienza economica per sostenere il rapporto. Un dossier solido include spesso IRPF/IVA o Impuesto de Sociedades, e la vita lavorativa dell’azienda (VILE) degli ultimi anni. Utile inserire una clausola nel contratto che subordina l’efficacia all’ottenimento del permesso per evitare problemi di forma.
Documenti da presentare
La regola d’oro è semplice: ciò che dichiari, documentalo. In via generale si portano copie e si mostrano gli originali allo sportello, salvo presentazione telematica con firma digitale. Ecco l’elenco tipico, con i punti critici dove si inciampa più spesso:
- Modulo ufficiale EX-10 in duplicato, compilato e firmato dal richiedente. Verifica che i dati coincidano con i documenti di identità e con l’indirizzo di residenza.
- Copia completa del passaporto o documento equipollente (validità residua consigliata di almeno 4 mesi).
- Prove della residenza continuata di 2 anni in Spagna: certificati anagrafici (empadronamiento), documenti sanitari, iscrizioni scolastiche o formative, contratti o ricevute con nome e data, qualsiasi documento pubblico che attesti la presenza. Meglio privilegiare carte emesse o registrate da Pubbliche Amministrazioni.
- Certificato dei precedenti penali dei Paesi in cui hai vissuto negli ultimi 5 anni prima dell’ingresso in Spagna, legalizzato/apostillato e tradotto se del caso.
- Contratto o contratti firmati da tutte le parti, con durata, orario e salario in linea con i requisiti (minimo 90 giorni e 20 ore/settimana in totale).
- Documentazione del datore di lavoro: copia NIF, eventuali statuti e poteri di rappresentanza per chi firma, prova di solvibilità (IRPF/IVA/Impuesto de Sociedades/VILE, a seconda dei casi).
- Titoli e abilitazioni professionali quando richiesti per la professione; se professione regolamentata in Spagna, serve omologazione/riconoscimento ed eventuale iscrizione all’ordine.
Per gli atti esteri: traduzione giurata in spagnolo o lingua co-ufficiale della Comunità Autonoma dove presenti la domanda, e legalizzazione o Apostille dell’Aja 1961, salvo esenzioni per trattati internazionali. La mancata conformità formale è tra le prime cause di diniego, quindi vale la pena verificarla con cura prima della consegna.
Procedura: dove, come e quando
Chi presenta: la persona straniera di persona, oppure il suo rappresentante legale (minori o persone con disabilità con supporto). Questo dettaglio operativo è fondamentale per evitare inadmissibilità per vizi di rappresentanza.
Dove si presenta: in genere presso la Oficina de Extranjería della provincia di residenza. In molte zone è attiva la presentazione telematica con certificato digitale, ma verifica sempre le prassi locali per non perdere appuntamenti o scadenze.
Tassa: si genera all’ammissione a trattazione, si paga il Mod. 790 (cod. 052, voce 2.3.1) entro 10 giorni lavorativi. Conserva la ricevuta, è un documento che spesso viene richiesto per completare il fascicolo.
Tempi di risposta: la legge prevede 3 mesi dall’ingresso della domanda nel registro dell’organo competente. Se entro quel termine non ricevi notifica, opera il silenzio amministrativo negativo (desestimatorio). Le risoluzioni non consegnate possono essere pubblicate sul Tablón Edictal Único (TEU) o nella sede elettronica; se non accedi entro 10 giorni naturali dalla pubblicazione, si considera notificata.
Effetti della concessione: per l’arraigo sociolaboral, l’efficacia pratica è condizionata alla tua iscrizione e alta alla Seguridad Social entro 1 mese dalla notifica. La risoluzione positiva porta con sé un’autorizzazione di lavoro sia dipendente sia autonomo, senza limiti geografici o di mansione, per tutta la durata dell’autorizzazione.
TIE (Tarjeta de Identidad de Extranjero): entro 1 mese dalla notifica, devi richiederla alla Polizia del tuo domicilio. Porta appuntamento, foto, moduli e tasse relative; la mancata richiesta nei tempi può generare inconvenienti evitabili.
Durata e rinnovi: il permesso iniziale vale 12 mesi. Alla scadenza puoi: modificare verso una autorizzazione di residenza e lavoro in regime generale (seguendo l’art. 191 del Regolamento) oppure prorogare per altri 12 mesi, dimostrando il rispetto dei requisiti e l’iscrizione come disoccupato con ricerca attiva presso i servizi pubblici per l’impiego. Le finestre temporali sono strette (da 60 giorni prima a 90 dopo la scadenza), meglio muoversi per tempo.
Contratti ammissibili e casi particolari
La normativa è flessibile ma non improvvisata: conta la sostanza (ore, durata, retribuzione e reale capacità del datore). Sono validi più contratti se concatenati (stagionali) o simultanei (part-time in aziende diverse) purché si raggiungano almeno 20 ore/settimana e il salario minimo proporzionale. Modalità accettate: indeterminato, temporaneo, fisso-discontinuo, sostituzione.
La prassi suggerisce di preferire, quando possibile, contratti con durata e orario superiori ai minimi, per dare robustezza al fascicolo e facilitare la ricerca con app per cercare lavoro. Non puoi lavorare in modo regolare prima della concessione; l’alta alla Seguridad Social è il punto di partenza per l’operatività del rapporto.
Se il datore ha pendenze con Hacienda o Seguridad Social, l’ufficio può dubitare della reale eseguibilità del contratto: questo è un fattore ricorrente nelle denegazioni. Meglio verificare prima lo stato di adempimento e la capacità finanziaria.
Domanda comune: posso cambiare datore dopo la concessione? Sì, rispettando la normativa di residenza e lavoro vigente. La tua autorizzazione non è legata a vita a un singolo datore, ma ogni cambio richiede coerenza con le regole del mercato del lavoro.
Il ruolo cruciale dell’azienda che assume
La solidità del datore è un tassello decisivo. Essere in regola con imposte e contributi, avere capacità economica e un track record pulito fa spesso la differenza. Molti uffici esaminano IRPF/IVA o Impuesto de Sociedades degli ultimi anni e la “vida laboral” (VILE) dell’azienda per vedere se c’è una storia coerente di assunzioni e pagamenti. Una verifica preventiva interna evita brutte sorprese.
Ricorda inoltre che la persona che firma il contratto deve avere poteri di firma adeguati; allegare statuto e procura (se del caso) è una buona pratica. La forma senza sostanza difficilmente passa sotto il vaglio di Extranjería.
Arraigo social: differenze chiave e quando conviene
Per molti, l’alternativa all’arraigo sociolaboral è l’arraigo social, che rimane in piedi ed è stato ritoccato dal nuovo Regolamento. Qui l’accesso non ruota attorno al contratto di lavoro ma a vincoli familiari (con coniugi/partner registrati o ascendenti di primo grado con residenza) oppure alla valutazione di integrazione sociale rilasciata da Comune/Comunità Autonoma. In questi casi si richiede, tra l’altro, di dimostrare mezzi economici sufficienti.
Un punto sensibile del nuovo impianto è il calcolo dei mezzi: si chiede almeno il 200% dell’IPREM complessivo (100% per il familiare residente cui si aggancia il vincolo + 100% per il richiedente), con disponibilità in Spagna. Se i mezzi provengono da attività autonoma, si applicano i requisiti dell’art. 84 del RD 1155/2024 e può essere necessario presentare: dichiarazione responsabile o comunicazione preventiva per attività commerciali al dettaglio con locale fino a 750 m² (ai sensi della Legge 12/2012), licenze/autorizzazioni per altre attività, titoli/abilitazioni, e prova dell’investimento sufficiente e dell’impatto occupazionale (anche di autoimpiego).
A sostegno del progetto di autoimpiego si possono allegare pareri tecnici di organismi come ATA, UPTA, CIAE, OPA, UATAE. Questa via resta la soluzione di riferimento per chi vuole avviare un’attività per conto proprio. In varie prassi aggiornate, il periodo di residenza continuativa considerato per l’arraigo social è di almeno 2 anni, con assenze non oltre 90 giorni, ma verifica i requisiti puntuali indicati dalla tua Oficina de Extranjería perché alcune guide non ufficiali continuano a citare 3 anni in fattispecie residuali o pregresse.
Nota operativa: in alcuni casi, quando i mezzi non derivano da attività autonoma, la decorrenza dell’autorizzazione può iniziare dalla notifica di concessione. Leggi bene la risoluzione per capire da quando decorrono effetti e scadenze.
Residenza legale e cittadinanza: tempi e percorsi
L’arraigo sociolaboral non dà la cittadinanza, ma accende il cronometro della residenza legale utile per chiederla in futuro. Per chi proviene da Paesi iberoamericani, Filippine, Guinea Equatoriale o per persone sefardite, il termine ordinario è 2 anni di residenza legale e continuata; per il resto delle nazionalità è 10 anni. Mantenere fedelmente i rinnovi e un buon profilo penale e contributivo aiuta molto nelle fasi successive.
Domande frequenti
Posso presentare più contratti per arrivare alle 20 ore?
Sì, la normativa lo ammette in due scenari: contratti concatenati per lavori stagionali e contratti parziali simultanei in aziende diverse. L’importante è raggiungere le 20 ore settimanali e rispettare SMI o salario di convenzione.
Se ho un part-time, posso accedere lo stesso?
Sì, purché la retribuzione proporzionata all’orario rispetti lo SMI (o il livello di CCNL applicabile) e l’insieme dei contratti arrivi a 20 ore settimanali. Non è obbligatoria la full-time.
Posso lavorare mentre aspetto la risposta?
No. Si può lavorare solo dalla concessione e con l’alta alla Seguridad Social. Prima di quel momento, l’attività regolare non è consentita.
Quanto dura l’esame della domanda?
In linea di massima 3 mesi dall’ingresso al registro. Se non ricevi una notifica entro il termine, il silenzio è negativo. In pratica, alcune province impiegano di più a causa di carichi di lavoro, ma fai sempre attenzione alle scadenze.
E se il datore ha debiti?
È un rischio serio: debiti o irregolarità con fisco/SS possono portare al diniego. Meglio sostituire il datore o sistemare la posizione prima di presentare.
Posso cambiare datore dopo l’ok?
Sì, nel rispetto della normativa vigente. La tua autorizzazione non è monolitica, ma cura le formalità del nuovo rapporto per non creare vuoti contributivi.
Posso rinnovare se ho perso il lavoro?
Per la proroga annuale è centrale dimostrare iscrizione al servizio pubblico per l’impiego e ricerca attiva di lavoro. Se trovi un nuovo contratto, allegalo per rafforzare la richiesta.
Il tempo da richiedente asilo conta nei 2 anni?
No. Il periodo in cui sei stato richiedente protezione internazionale non si computa fino alla risoluzione definitiva.
Serve il rapporto di integrazione sociale per il sociolaboral?
No. Per l’arraigo sociolaboral non è richiesto l’informe de integración social; è invece centrale nell’arraigo social quando non si accede via vincoli familiari.
Posso accedere senza un’offerta di lavoro?
Per il sociolaboral, no: serve almeno un pre-contratto valido. Se vuoi avviare un’attività in proprio, considera l’arraigo social e i requisiti per l’autoimpiego.
Contratto di 3 mesi a 30 ore settimanali: è valido?
Sì, perché supera i 90 giorni e le 20 ore, e – se retribuito almeno al livello SMI/CCNL – rispetta i parametri economici.
Il permesso consente ricongiungimento familiare?
Non direttamente. Valuta il ricongiungimento dopo la modifica al regime generale (autorizzazione pluriennale) e dimostrando i mezzi richiesti.
Come si contesta un diniego?
Puoi presentare recurso de reposición all’ufficio o recurso contencioso-administrativo al tribunale. Avere un avvocato specializzato aumenta le chance di correggere lacune documentali e sostenere i requisiti.
Errori da evitare e consigli pratici
Molti fascicoli cadono su aspetti apparentemente banali. Non sottovalutare forma e dettagli: sono ciò che fa la differenza in un procedimento documentale come questo.
- Prova insufficiente dei 2 anni: raccogli documenti continui e coerenti, meglio se pubblici. Evita buchi temporali non giustificati.
- Documentazione incompleta o scaduta: certificati penali non aggiornati, traduzioni non giurate, apostille mancante. Controlla scadenze e formalità.
- Contratti sotto i minimi: durata inferiore a 90 giorni o ore/settimana insufficienti. Meglio superare i minimi per margine di sicurezza.
- Datore non solvibile: pendenze fiscali o contributive, assenza di storico occupazionale. Pre-valutazione aziendale obbligatoria.
- Confondere i canali: chiedere sociolaboral con progetto di autoimpiego. Per l’autonomo valuta l’arraigo social con i requisiti dedicati (art. 84 RD 1155/2024).
Un ultimo accorgimento pratico: inserisci nel contratto una clausola di efficacia condizionata all’ottenimento del permesso. È un dettaglio apprezzato dagli uffici e allinea le aspettative delle parti ai tempi amministrativi.
Per chi vive in Spagna da almeno due anni e ha un’offerta di lavoro seria, l’arraigo sociolaboral è oggi la strada più diretta per mettersi in regola e lavorare. Rispettando orari, durata minima (90 giorni), SMI/CCNL e con un datore solvibile, le chance sono concrete; una volta concesso, avrai residenza di un anno e autorizzazione a lavorare anche da autonomo, con possibilità di proroga o modifica verso un titolo pluriennale del regime generale. La chiave del successo è tutta nella qualità del dossier: documenti ben preparati, prove solide dei 24 mesi e una struttura contrattuale senza punti deboli.