- La claraboia fornisce luce zenitale fino a otto volte superiore a una finestra pari, con possibilità di ventilazione naturale e risparmio energetico.
- Scelta e posa richiedono valutazioni su materiali, angolo, tenuta all'acqua e struttura; riferimento utile: ABNT NBR 7199 per i vetri.
- Tipologie diverse (fissa, apribile, tubolare, domo, lanternin, shed, veranda) coprono esigenze funzionali ed estetiche in ambienti differenti.
- Manutenzione periodica, schermature e vetri prestazionali garantiscono comfort termoacustico, privacy e durabilità nel tempo.
Portare più luce naturale in casa senza rinunciare alla riservatezza è un obiettivo sempre più comune, e la claraboia è uno degli strumenti più efficaci per riuscirci. Questa apertura in copertura consente un apporto luminoso sorprendente e, quando progettata per farlo, anche la ventilazione, migliorando il comfort degli ambienti e incidendo positivamente sui consumi energetici quotidiani.
Oltre alla funzionalità, la claraboia è un gesto estetico che trasforma gli spazi: l’alternanza di luce e ombra, il rapporto visivo con il cielo, il suono della pioggia sul vetro. La componente emozionale è reale e si somma a vantaggi pratici come risparmio energetico e aerazione naturale, per cui non stupisce che sia sempre più presente in case, uffici e spazi commerciali.
Che cos’è una claraboia (e perché non è solo una finestra sul tetto)
La claraboia è una apertura zenitale realizzata in copertura: attraverso un elemento trasparente o translucido lascia entrare luce dall’alto. Può essere fissa oppure apribile per favorire anche il ricambio d’aria. Le versioni apribili possono essere manuali (con manovella) o dotate di automazione tramite telecomando e, nei modelli più evoluti, sensori pioggia.
A differenza di una normale finestra verticale, la luce zenitale ha una qualità più diffusa e profonda. In molti casi una claraboia illumina fino a otto volte più di una finestra della stessa dimensione, riducendo sensibilmente l’uso di lampade nelle ore diurne e contribuendo a un ambiente più sano e vivibile.
Il suo campo d’impiego è estremamente vario: corridoi, vani scale, bagni, cabine armadio, cucine, soggiorni con doppia altezza, hall d’ingresso, patii interni. Gli spazi centrali privi di affaccio diretto sono i candidati ideali, ma anche ambienti ampi traggono beneficio dall’effetto scenografico e dalla diffusione uniforme della luce.
Benefici reali e limiti da considerare
Fra i vantaggi, spiccano la riduzione della domanda di illuminazione artificiale e il miglioramento del microclima interno. La ventilazione naturale – soprattutto con modelli apribili – favorisce l’estrazione dell’aria calda in alto e il richiamo di aria più fresca, collaborando con strategie come la ventilazione trasversale.
Lato estetico, la claraboia valorizza materiali e palette cromatiche, facendo letteralmente vibrare le texture. Il legame visivo con il cielo restituisce benessere e senso di ampiezza, creando atmosfere dinamiche nell’arco della giornata senza artifici scenici.
Non è tuttavia una soluzione adatta a ogni edificio o contesto climatico. In aree con elevate temperature e forte irraggiamento, il rischio di surriscaldamento e abbagliamento va gestito con scelte di vetro, angolazione, schermature e isolamento adeguati. In alcune situazioni, l’aggiunta di una claraboia può rendere un ambiente troppo caldo o troppo luminoso se non dimensionata correttamente.
Ci sono poi implicazioni strutturali e di tenuta all’acqua da non sottovalutare. Una progettazione carente può tradursi in infiltrazioni, gocciolamenti e degrado dei materiali. Eventuali rinforzi di copertura e telai possono aumentare i costi, ma sono spesso il prezzo giusto da pagare per durabilità e sicurezza.
Quando inserirla e dove rende di più
Gli ambienti più adatti sono quelli con scarsa illuminazione e poca ventilazione: corridoi interni, bagni, cabine armadio, cucine senza aperture laterali, patii chiusi. Nelle aree di passaggio, spesso prive di finestre, la claraboia è una soluzione semplice ed estremamente efficace.
In soggiorni con altezze importanti, ingressi e hall, una luce zenitale ben modulata genera giochi di luce e ombra coinvolgenti. Nei progetti di ristrutturazione è essenziale verificare la compatibilità con il pacchetto di copertura: il tipo di tetto, la pendenza, la stratigrafia e gli appoggi determinano la fattibilità senza compromettere tenuta e isolamento.
Per camere da letto e zone TV si consiglia controllo della luce: tende integrabili, schermature interne o esterne e vetri a controllo solare aiutano a gestire l’irraggiamento in base agli orari d’uso e alle preferenze degli abitanti.
Se la copertura non è predisposta o l’intervento risulta troppo invasivo, si può valutare la sostituzione di alcune tegole con elementi traslucidi (in policarbonato o acrilico) in aree tecniche come lavanderie, verande e porticati, pur con prestazioni inferiori a una claraboia vera e propria.
Tipologie principali (e quando sceglierle)
La famiglia è ampia, con modelli per dimensioni, prestazioni e budget diversi. Conoscere le varianti aiuta a scegliere il dispositivo adatto al proprio contesto.
- Fissa: pensata solo per illuminare; è la soluzione più semplice e spesso più economica.
- Apribile/ventilata: favorisce l’estrazione dell’aria calda; utile dove mancano aperture laterali.
- Tubolare (tunnel di luce): un captatore sul tetto convoglia la luce in ambienti interni anche distanti fino a ~50 m tramite condotti riflettenti.
- A cupola (domo): forma emisferica translucida, molto luminosa e adatta anche a linguaggi classici o industriali.
- Lanternin: sopraelevazione della copertura che garantisce luce e ricambio d’aria continuo tramite principio di termossifone (l’aria calda sale, la fredda scende).
- Atrio: grande apertura centrale (coperta o no), frequente in edifici commerciali e residenze con corte interna.
- Shed: tipico “a dente” delle coperture industriali, porta luce e può favorire anche la ventilazione se orientato correttamente.
- Veranda/balconcino da tetto: sistemi speciali in cui l’anta superiore si solleva e quella inferiore si proietta, creando un piccolo balcone protetto.
Nelle zone umide come i bagni, la versione apribile è ideale per smaltire vapore e umidità. In spazi compatti o corridoi ciechi, i modelli tubolari sono spesso la scelta più efficiente per rapporto prestazioni/ingombro.
Materiali, telai e prestazioni
I materiali determinano durabilità, isolamento e manutenzione. Per i vetri, è buona pratica richiamarsi alla norma ABNT NBR 7199 (progettazione, esecuzione e impieghi del vetro in edilizia), che indica tipologie e criteri d’uso.
Le configurazioni più comuni includono vetro stratificato (laminato) per sicurezza, vetro retinato/aramato per resistenza al fuoco e vetro isolante (doppia o tripla vetrocamera) per migliorare prestazioni termoacustiche e ridurre condense. Dove serve leggerezza e migliore attenuazione termica, il policarbonato è un’ottima alternativa.
Sono sempre più diffusi i pannelli in policarbonato-aerogel, che evitano l’ingiallimento tipico del policarbonato nel tempo, offrono un isolamento superiore rispetto al vetro e limitano sovratemperature e abbagliamento grazie alla diffusione interna della luce.
Esistono anche soluzioni in acrilico o in materiali come il lexan (simile all’acrilico per comportamento), scelti per peso ridotto, lavorabilità e resistenza agli urti. Telai e profili in alluminio o acciaio garantiscono stabilità e durabilità; fondamentale la corretta integrazione con le membrane impermeabilizzanti della copertura.
Progettazione, posa e controlli essenziali
Una claraboia ben riuscita nasce in fase di concept. Integrare questo elemento già nel progetto architettonico consente di coordinare strutture, pacchetti di copertura, pendenze, smaltimento acque, ombreggiamenti e percorsi di manutenzione.
Sui tetti piani o inclinati, è cruciale curare i raccordi e il drenaggio. La sede dell’apertura deve essere perfettamente dimensionata e accogliere controtelai e scossaline che garantiscano continuità delle barriere all’acqua e all’aria.
Nel caso di solai in calcestruzzo esistenti, evitare tagli successivi non previsti dal progetto: si interviene solo con adeguate verifiche strutturali, eventuali rinforzi e dettagli costruttivi approvati da un tecnico abilitato.
Prima dell’installazione, i professionisti eseguono controlli chiave: tenuta all’acqua piovana (niente infiltrazioni o gocciolamenti), angolo e posizione per bilanciare luce e guadagni termici, accessibilità per la manutenzione (pulizia del vetro e verifica periodica delle giunzioni) e scelta di materiali idonei al contesto climatico.
Manutenzione e durata nel tempo
Una manutenzione programmata tiene alte le prestazioni. Pulire periodicamente le superfici trasparenti e ispezionare guarnizioni, sigillature e fissaggi aiuta a prevenire accumuli di sporco, perdite e danni ai profili.
In zone molto assolate o rumorose, conviene prevedere isolamento termoacustico con vetri doppi e intercapedini, oltre a schermature mobili. Tende interne, oscuranti o plissè, manuali o motorizzate, consentono di modulare luce e privacy in base all’uso di ogni spazio.
Dimensionamento, angolo e controllo solare
Un buon dimensionamento non si limita alla misura del vano. Percentuale di superficie vetrata, trasmittanza, fattore solare e diffusione della luce vanno bilanciati rispetto a latitudine, orientamento e pendenza del tetto.
L’angolo d’installazione incide su abbagliamento e guadagni termici. Nei climi caldi, preferire vetri selettivi e diffusori, e valutare schermature esterne per ridurre il carico solare diretto nelle ore critiche, specie su coperture poco isolate.
In bagni e camere è consigliabile integrare soluzioni di oscuramento per il riposo e per evitare eccessi di luce in orari sensibili; in cucine e zone giorno si punta a una luminosità morbida e continua che accompagni le attività.
Sicurezza, privacy e comfort
La scelta del vetro è anche un tema di sicurezza. Stratificato e temprato riducono i rischi in caso di urto o rottura, mentre i vetri retinati possono rispondere a esigenze specifiche. Valutare sempre carichi di vento e neve secondo la normativa locale oltre ai riferimenti della ABNT NBR 7199 per le tipologie di vetro.
La privacy dipende dal contesto: se nelle vicinanze ci sono edifici più alti, vetri satinati, pellicole opacizzanti o tende risolvono il problema di visibilità dall’alto senza rinunciare alla luce. Nei bagni, l’apertura zenitale è perfetta proprio perché garantisce riservatezza con ottima illuminazione.
Casi d’uso ricorrenti (e qualche idea in più)
Nelle scale, una claraboia in testa al vano distribuisce luce per tutti i piani. In soggiorno crea un fuoco scenico sopra tavoli da pranzo, isole cucina o zone relax; in studio illumina scrivanie e nicchie, riducendo l’affaticamento visivo.
In bagno, oltre a luce naturale uniforme, una versione apribile smaltisce umidità e odori. Sulle docce a filo soffitto l’effetto è spettacolare, con la luce che accarezza rivestimenti e sanitari, e comfort percepito anche nelle ore serali grazie alla luminosità residua.
Per i tetti inclinati, i modelli “veranda” trasformano un semplice serramento in un piccolo sbalzo fruibile. Nei sottotetti abitabili questa soluzione cambia la qualità dello spazio, offrendo aria, vista e un contatto più diretto con l’esterno.
Quando non si può (o non conviene): alternative utili
Se la struttura non lo consente o i costi sarebbero sproporzionati, le tegole traslucide sono un ripiego rapido per aree tecniche o porticati. Non raggiungono le prestazioni di una claraboia ma offrono un apporto luminoso extra a basso impatto su coperture già esistenti.
Specchi ben posizionati, tinte chiare, tagli verticali alti vicino al soffitto e luci diffuse con sensori crepuscolari possono completare una strategia globale per massimizzare la percezione di luce dove una claraboia non è fattibile.
Consulenza professionale e norme di riferimento
Chiudere un “buco nel tetto” con un bel vetro non è mai una buona idea senza progetto. Serve un tecnico che verifichi strutture, pendenze, impermeabilizzazioni e calcoli termoacustici, nonché compatibilità degli accessori (tapparelle, teli oscuranti, sensori, motori).
La ABNT NBR 7199 – riferimento autorevole sull’uso del vetro in edilizia – fornisce un quadro utile su tipologie e impieghi, da integrare con norme locali per carichi, sicurezza e posa. Una corretta capitolazione dei materiali evita sorprese di costo e di prestazione, assicurando un risultato duraturo.
Infine, non trascurare il piano di manutenzione: ispezioni periodiche, pulizie pianificate, sostituzione tempestiva di guarnizioni e ricontrollo della sigillatura mantengono alte efficienze e proteggono l’investimento.
La claraboia si conferma un elemento potente per migliorare qualità dello spazio, comfort e efficienza: se scelta con criterio e posata a regola d’arte, coniuga bellezza e prestazioni in modo raro, dall’abitazione più compatta alla villa con grandi volumi, dall’ufficio al negozio.

