Influenza negli anziani: guida completa su rischi, sintomi, prevenzione e cure

Última actualización: outubro 14, 2025
  • Negli over 65 l’influenza aumenta complicazioni (polmonite, eventi cardiaci, insufficienza respiratoria); il vaccino riduce rischi e ricoveri.
  • Trasmissione via goccioline e superfici: igiene mani, ventilazione e mascherine in luoghi affollati sono misure chiave quotidiane.
  • Antivirali entro 48 ore quando indicati; antibiotici solo se c’è sovrainfezione batterica. Evitare l’automedicazione.
  • Formulazioni preferenziali per over 65 (dose alta o adiuvata); effetti collaterali perlopiù lievi e transitori.

Influenza negli anziani

L’influenza stagionale può sembrare “solo” un malanno invernale, ma per chi ha più di 65 anni può trasformarsi in qualcosa di serio, con complicazioni respiratorie e cardiache che richiedono spesso cure urgenti. Con l’età il sistema immunitario diventa meno reattivo: questo rende gli anziani più vulnerabili al virus influenzale e alle infezioni secondarie, come la polmonite.

Ogni anno, vaccinazione annuale: non elimina il rischio al 100%, ma riduce in modo marcato probabilità di contagio, gravità dei sintomi, ricoveri e decessi. Accanto al vaccino, contano molto anche igiene delle mani, ventilazione degli ambienti, uso di mascherine in contesti affollati e l’attenzione ai primi segnali d’allarme per intervenire subito con terapie antivirali quando indicate.

Artículo relacionado:
O que são doenças imunopreveníveis?

Cos’è l’influenza e perché è più rischiosa per gli anziani

L’influenza è un’infezione respiratoria causata da virus che colpiscono naso, gola e polmoni; negli adulti più avanti con l’età è più insidiosa perché le difese immunitarie calano progressivamente e sono più frequenti patologie croniche concomitanti (cuore, polmoni, diabete, rene). Questo doppio fattore aumenta la probabilità di complicazioni, tra cui polmonite e scompenso di malattie preesistenti.

Prevenzione influenza anziani

Non è raro che, mentre l’organismo combatte il virus, si instauri una sovrainfezione batterica (ad esempio polmonite batterica). Inoltre i sintomi possono presentarsi in modo atipico: la febbre può essere lieve o assente, mentre compaiono stanchezza intensa, confusione o peggioramento della funzionalità quotidiana.

Come si trasmette e quando si è contagiosi

Il virus si diffonde principalmente attraverso goccioline respiratorie quando si tossisce, starnutisce o parla; il contagio può avvenire anche a distanza ravvicinata e, meno spesso, toccando superfici contaminate e portando poi le mani a naso, bocca o occhi. Si può trasmettere l’infezione da circa un giorno prima della comparsa dei sintomi e fino a una settimana dopo; negli anziani e in chi ha difese ridotte la contagiosità può durare più a lungo.

La stagione influenzale nelle nostre latitudini inizia in autunno (spesso da ottobre), raggiunge un picco tra dicembre e febbraio e sfuma in primavera. Anche fuori stagione sono possibili casi sporadici.

Influenza, raffreddore o COVID-19? Le differenze importanti

Raffreddore, influenza e COVID-19 sono tutti disturbi respiratori, ma l’influenza tende a partire “di colpo” con febbre, dolori muscolari e spossatezza, mentre il raffreddore esordisce più gradualmente con naso chiuso, starnuti e gola irritata. Il COVID-19 può avere sintomi simili all’influenza, ma si trasmette con maggiore facilità e più spesso comporta alterazioni di olfatto e gusto.

In caso di sintomi è opportuno rivolgersi al medico per una valutazione: la diagnosi accurata consente di impostare il trattamento più adatto, compresi eventuali antivirali se si tratta di influenza e ci si trova entro la finestra temporale utile.

Sintomi tipici negli anziani

I segnali possono variare, ma in generale gli anziani presentano: febbre anche alta (talvolta assente), brividi, tosse secca, mal di gola, dolori muscolari e articolari, forte stanchezza. Non sono rari congestione nasale e cefalea; in alcuni casi compaiono nausea o malessere gastrico.

  • Stanchezza estrema o confusione improvvisa
  • Difficoltà a respirare o “fame d’aria”
  • Dolori diffusi più intensi del solito
  • Disidratazione e riduzione dell’appetito
  • Peggioramento di patologie croniche (es. scompenso cardiaco, diabete)
Relacionado:  Síndromes medulares: tipos, causas e sintomas

Se i sintomi sono marcati o insorgono difficoltà respiratorie, serve consultare rapidamente il medico per ridurre il rischio di complicazioni e valutare antivirali.

Tipi di influenza che colpiscono gli anziani

Le forme più comuni sono provocate da virus influenza A e influenza B. L’influenza A è responsabile della maggior parte delle epidemie stagionali; alcuni sottotipi come H1N1 o H3N2 possono causare quadri clinici più severi negli anziani, soprattutto se non vaccinati.

Anche l’influenza B può interessare la terza età; in media è un po’ meno aggressiva, ma qualunque ceppo può complicarsi in bronchite, polmonite o scompensi di malattie croniche, se trascurato o mal gestito.

Complicazioni: cosa temere e a cosa stare attenti

Tra le complicanze più comuni c’è la polmonite, virale o batterica, che si manifesta con febbre persistente, tosse che peggiora, respiro corto e debolezza importante. In questi casi spesso serve un ricovero per antibiotici (se batterica) e supporto respiratorio.

L’influenza può inoltre peggiorare patologie cardiache, respiratorie e metaboliche. Nelle due settimane successive all’infezione, gli over 65 registrano un aumento del rischio di infarto (circa 3–5 volte) e di ictus (circa 2–3 volte); questa vulnerabilità può protrarsi per mesi, con un incremento complessivo della mortalità fino a 6 volte. La buona notizia è che la vaccinazione annuale riduce anche il rischio di eventi cardiovascolari.

Un’altra complicanza temibile è l’insufficienza respiratoria, quando i polmoni non riescono a ossigenare adeguatamente il sangue: si manifesta con confusione, estrema stanchezza e dispnea marcata e può richiedere ossigeno o supporto ventilatorio.

Negli anziani non sono rari delirio e disorientamento, spesso legati a febbre, disidratazione e stress dell’organismo; di solito sono transitori ma in alcune persone possono persistere dopo la guarigione. Va tenuta in considerazione anche la sepsi, risposta infiammatoria sistemica potenzialmente fatale: febbre alta, respiro accelerato, confusione e polso rapido sono campanelli d’allarme che impongono intervento immediato.

Prevenzione: vaccinazione e misure quotidiane

La vaccinazione antinfluenzale annuale è la misura più efficace per gli over 65. L’ideale è vaccinarsi in autunno: il vaccino impiega circa due settimane per sviluppare la protezione e la stagione spesso inizia a diffondersi da ottobre, con picco tra dicembre e febbraio. Negli anziani è consigliabile evitare di anticipare troppo (prima di settembre) per non ridurre la protezione durante il picco.

I Centri di controllo raccomandano per gli over 65 formulazioni “preferenziali”: vaccino a dose elevata o vaccino adiuvato (con coadiuvante che potenzia la risposta immunitaria). Queste opzioni offrono, in media, una protezione migliore rispetto alla formulazione standard in questa fascia d’età.

Vaccinarsi tutela la persona e la comunità: diminuisce il rischio individuale di malattia grave e contribuisce a limitare la diffusione del virus alle persone fragili del proprio ambiente, inclusi anziani conviventi e chi non può vaccinarsi per motivi medici. Anche caregiver e familiari stretti dovrebbero immunizzarsi.

Altre abitudini che fanno la differenza

  • Igiene delle mani regolare con acqua e sapone (almeno 20 secondi) o gel idroalcolico
  • Non toccare il viso (occhi, naso, bocca) con le mani non igienizzate
  • Coprire naso e bocca quando si tossisce/starnutisce; smaltire i fazzoletti
  • Disinfettare le superfici toccate di frequente con spray o salviette disinfettanti
  • Arieggiare gli ambienti e indossare mascherina in luoghi affollati o chiusi
  • Restare a casa quando si è malati per evitare nuovi contagi
Relacionado:  Leucoencefalopatia: sintomas, causas e tratamento

Effetti collaterali dei vaccini e sicurezza

Il vaccino antinfluenzale è considerato sicuro ed efficace. Gli effetti indesiderati più comuni sono lievi e transitori: dolore, arrossamento o gonfiore nel punto d’iniezione, mal di testa, febbricola, nausea o dolori muscolari che si risolvono entro 1–2 giorni senza limitare la vita quotidiana.

Le persone con allergia lieve all’uovo possono di norma ricevere la maggior parte dei vaccini antinfluenzali; esistono anche formulazioni prive di uovo. Chi ha avuto in passato una reazione allergica grave alla vaccinazione, o una diagnosi di sindrome di Guillain-Barré, deve parlarne con il medico per valutare rischi e benefici.

Oltre alla classica iniezione intramuscolare, in alcune fasce d’età sono disponibili altre modalità (come atomizzatore nasale o iniettori a getto), ma non sono appropriate per tutti. Per esempio, lo spray nasale non è raccomandato in gravidanza, in immunodepressi o in bambini piccoli con asma recente: è sempre il medico a indicare l’opzione adatta.

Dove vaccinarsi e copertura dei costi

È possibile vaccinarsi presso medico di base, servizi sanitari territoriali e farmacie che offrono la somministrazione. In molti sistemi sanitari e nelle principali polizze assicurative la vaccinazione è coperta, in particolare nelle persone a rischio come gli over 65; in caso di dubbi è utile verificare le condizioni del proprio piano sanitario.

Per chi assiste anziani a domicilio o lavora in strutture residenziali, la vaccinazione del personale è una misura aggiuntiva cruciale per ridurre i focolai e proteggere gli ospiti più fragili.

Trattamento: cosa fare se arriva l’influenza

Quando compaiono i primi sintomi è bene muoversi in fretta: contattare il medico permette di confermare la diagnosi e considerare farmaci antivirali. Questi funzionano meglio se assunti entro 48 ore dall’inizio dei disturbi (alcune linee pratiche consentono fino a 5 giorni nei casi a rischio), riducendo durata e gravità dell’episodio e la probabilità di complicazioni.

Farmaci sintomatici come paracetamolo per la febbre e il dolore, e ibuprofene per dolori muscolari possono dare sollievo; utili anche sciroppi per la tosse (antitussivi per tosse secca, mucolitici o espettoranti per tosse produttiva), spray o pastiglie per il mal di gola e decongestionanti/antistaminici per la congestione nasale. Negli anziani, però, la politerapia è frequente: evitare l’automedicazione senza parere del medico o del farmacista.

Gli antibiotici non servono contro i virus e vanno usati solo se il medico diagnostica una sovrainfezione batterica. L’uso inappropriato alimenta resistenze batteriche e può causare effetti indesiderati inutili.

Cura a casa e supporto

  • Riposo adeguato, evitando sforzi fino a completa ripresa
  • Idratazione abbondante (acqua, tisane, brodi) per fluidificare le secrezioni
  • Alimentazione leggera e nutriente: zuppe, frutta e verdura ricche di vitamina C
  • Ambiente umidificato con umidificatori o vaporizzatori per favorire il drenaggio del muco
  • Igiene nasale delicata e cura della pelle perinasale per evitare irritazioni
  • No fumo: il tabacco irrita le vie respiratorie e rallenta la guarigione

Chi vive solo o ha bisogno di aiuto può contare su caregiver a domicilio e centri diurni organizzati per la stagione influenzale, con protocolli di prevenzione, ambienti ventilati e percorsi di assistenza dedicati.

Relacionado:  Síndrome de Waardenburg: sintomas, causas, tratamento

Segnali d’emergenza: quando chiamare il medico o andare in pronto soccorso

Rivolgersi subito a un professionista se si è a rischio di complicazioni o se compaiono segni severi. Negli adulti i sintomi d’allarme includono:

  • Difficoltà respiratoria o mancanza d’aria
  • Dolore o pressione toracica
  • Capogiri persistenti, marcata debolezza o difficoltà a svegliarsi
  • Disidratazione (bocca secca, urine scarse)
  • Convulsioni
  • Peggioramento di malattie pregresse
  • Febbre o tosse che migliorano e poi tornano a peggiorare

Per gli anziani, letargia marcata, confusione o disorientamento (non riconoscere luogo o persone abituali) sono campanelli importanti: in questi casi non aspettare, contatta il medico o recati al pronto soccorso.

Fattori di rischio e chi è più esposto

Oltre all’età avanzata, aumentano il rischio di complicazioni: malattie croniche (asma, BPCO, cardiopatie, diabete, patologie renali/epatiche, disturbi neurologici), immunodeficienze, obesità (IMC ≥ 40), gravidanza, vita in comunità chiuse (RSA, lungodegenze). Vivere o lavorare in spazi condivisi facilita la circolazione del virus.

Il rischio di complicanze è elevato anche in bambini piccoli, ma focalizzandoci sugli anziani è utile ricordare che il mix età + comorbidità rende prioritaria la prevenzione (vaccino), l’attenzione ai sintomi precoci e l’accesso tempestivo alla valutazione clinica.

Nuove evidenze scientifiche: il ruolo di ApoD

Ricerche recenti hanno evidenziato che, con l’invecchiamento, i polmoni producono livelli elevati di apolipoproteina D (ApoD), una proteina coinvolta nel metabolismo lipidico e nell’infiammazione. L’eccesso di ApoD riduce la resilienza del tessuto polmonare all’infezione, favorendo danni e replicazione virale.

Il meccanismo proposto è che ApoD ostacoli l’attivazione della risposta antivirale inducendo una distruzione delle mitocondrie (mitofagia), con conseguente calo di interferoni protettivi e peggioramento delle lesioni polmonari. Gli autori indicano ApoD come possibile bersaglio terapeutico per attenuare la gravità dell’influenza negli anziani in futuro.

Consigli pratici per caregiver e familiari

Identificare presto i sintomi è essenziale: febbre oltre 38°C, brividi, dolori, mal di gola, tosse o diarrea dovrebbero spingere a contattare il medico o a eseguire un test. Se la diagnosi è influenza, iniziare quanto prima antivirali quando indicato aiuta ad abbreviare la malattia e a ridurne l’intensità.

Monitorare i segnali di peggioramento: fiato corto, aumento della tosse, confusione, difficoltà a bere o a urinare. Curare la reidratazione con acqua, tisane o brodo, e gestire febbre e dolori con farmaci consigliati dal medico; occhio alle interazioni con terapie croniche in corso.

Stile di vita e contesto: piccoli gesti, grande impatto

Mantenere uno stile di vita equilibrato sostiene la risposta immunitaria: dieta ricca di frutta e verdura, attività fisica moderata compatibilmente con le condizioni personali, sonno regolare. Nella fase acuta, riposo e idratazione hanno priorità assoluta.

In famiglia e in comunità, ridurre gli assembramenti durante il picco, preferire ambienti ventilati, disinfettare regolarmente le superfici e indossare la mascherina in spazi affollati sono strategie concrete che riducono i contagi. Alcune persone scelgono di evitare strette di mano nei periodi di alta circolazione virale: una precauzione semplice e rispettosa.

Proteggere gli anziani dall’influenza richiede un approccio combinato: vaccinazione mirata (dose alta o adiuvata), igiene e protezioni ambientali, riconoscimento precoce dei sintomi, terapia antivirale tempestiva quando utile e supporto attivo di familiari e caregiver. Così si abbattono i rischi maggiori (polmonite, ricoveri, eventi cardiovascolari) e si accelera il ritorno alla piena autonomia.