Malattie in crescita tra adolescenti e giovani: dati, rischi e prevenzione a 360°

Última actualización: novembro 4, 2025
  • Le principali cause di malattia e morte nei giovani includono traumi, salute mentale e alcune infezioni; crescono i tumori a esordio precoce.
  • Fattori chiave: stili di vita (dieta, alcol, tabacco, sedentarietà), ambiente, disuguaglianze e digitalizzazione con impatto sulla psiche.
  • Prevenzione efficace: vaccini (HPV), attività fisica, dieta ricca di fibre, meno ultraprocessati, screening CRC dai 45 anni e diagnosi precoce.

Crescita della malattia nei giovani

Negli ultimi anni si osserva un cambiamento di scenario: la salute di adolescenti e giovani adulti è in un punto di svolta, con tendenze contrastanti tra progressi in alcuni ambiti e segnali d’allarme in altri. Le disuguaglianze geografiche restano marcate: nel 2021, per esempio, la probabilità che un bambino di 10 anni non raggiungesse i 24 anni era circa sei volte più alta nell’Africa subsahariana rispetto al Nord America e all’Europa, a dimostrazione di quanto il luogo in cui si vive condizioni profondamente le traiettorie di salute.

Secondo i dati più recenti, nel gruppo 10-24 anni i tassi di mortalità più bassi si osservano tra i 10-14 anni, mentre i più elevati ricadono tra i 20-24 anni; in genere le ragazze presentano tassi inferiori rispetto ai coetanei maschi. Cambiano anche le cause: tra i 10-14 anni prevalgono le malattie infettive, mentre nell’adolescenza tardiva e nella prima età adulta aumentano traumi non intenzionali, condotte autolesive e aggressioni.

Dove e perché si muore di più in giovane età

Le lesioni non intenzionali sono tra i principali responsabili di morte e disabilità nella popolazione adolescente. Il traffico stradale, in particolare, continua a pesare in modo significativo.

Nel 2021 sono morti in incidenti stradali oltre 100.000 adolescenti tra 10 e 19 anni, spesso utenti vulnerabili come pedoni, ciclisti o motociclisti. L’annegamento è un’altra causa di spicco: nello stesso anno si stimano più di 40.000 decessi, con oltre tre quarti tra i maschi.

La violenza interpersonale pesa in modo variabile per regione: nelle Americhe quasi un terzo dei decessi tra gli adolescenti maschi è attribuibile ad atti violenti. Questo fenomeno aumenta il rischio di traumi, HIV e altre infezioni sessualmente trasmesse, peggiora il benessere mentale, favorisce l’abbandono scolastico e si associa a gravidanze precoci.

Accanto ai traumi, l’uso di alcol e sostanze resta motivo di preoccupazione. Oltre un quarto dei 15-19enni nel mondo consuma alcol; nel 2016 circa il 13,6% dei 15-19enni praticava binge drinking, con prevalenza maggiore nei maschi. Tra le sostanze, la cannabis è la più diffusa tra i giovani: circa il 4,7% dei 15-16enni ne ha fatto uso almeno una volta nel 2018.

Tendenze di salute negli adolescenti

Tabacco ed e-cig: una dipendenza che nasce presto

La maggior parte dei fumatori ha iniziato in adolescenza. Nel 2018 almeno uno su dieci tra 13 e 15 anni fumava, con punte locali ben più alte. Le sigarette elettroniche non sono innocue: la nicotina crea forte dipendenza e il cervello continua a maturare fino a metà dei vent’anni, rendendo questa fascia d’età particolarmente vulnerabile. Per chi cerca aiuto, ci sono strategie per smettere di fumare.

Salute mentale: ansia, depressione e rischio suicidario

La depressione e i disturbi d’ansia rientrano tra le prime cause di malattia e disabilità negli adolescenti; tra i 15-19 anni, un numero non trascurabile di decessi è dovuto a suicidio. Violenza, povertà, stigma, esclusione sociale ed emergenze umanitarie sono fattori che aggravano il rischio di problemi psichici.

In Spagna, un’analisi della carica di malattia nei 15-29enni ha stimato per il 2008 786.479 AVAD (anni di vita corretti per disabilità), pari al 16% del totale nazionale. Disturbi mentali e neurologici sono risultati la categoria più pesante. Tra le cause specifiche spiccano depressione (15,7%), abuso di alcol (10,6%), emicrania (8,7%), disturbo bipolare (7,1%), schizofrenia (6,1%), oltre a incidenti stradali e dipendenze da droghe (entrambi 4,9%).

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Malattie trasmissibili: HIV, TBC e infezioni comuni

Nel 2021 circa 1,7 milioni di adolescenti (10-19 anni) vivevano con HIV, il 90% dei quali nella Regione africana OMS. Sebbene le nuove infezioni siano calate molto dal picco del 1994, gli adolescenti rappresentano circa il 10% dei nuovi casi e tre quarti sono femmine; la copertura dei test rimane bassa.

La tubercolosi resta prevenibile e curabile ma colpisce milioni di bambini e adolescenti: ogni anno si ammalano circa 1,1 milioni di under 15 e oltre 225.000 muoiono. Tra i ragazzi più grandi sono frequenti forme contagiose con cavitazioni polmonari visibili alla radiografia.

Tra i 10-14 anni, diarree e infezioni respiratorie inferiori (polmoniti) restano tra le prime cinque cause di morte, soprattutto in Africa. La vaccinazione infantile ha però ridotto in modo netto mortalità e disabilità da morbillo negli adolescenti.

La fase 9-14 anni è la finestra ottimale per vaccinare contro HPV. Se il 90% delle ragazze fosse coperto, si salverebbero oltre 40 milioni di vite nel secolo; nel 2021 la copertura globale stimata era attorno al 12%.

Con la COVID-19, l’impatto diretto su bambini e adolescenti è stato proporzionalmente inferiore rispetto agli adulti, ma gli effetti indiretti sono stati pesanti: isolamento, chiusura delle scuole, ridotta attività fisica, malnutrizione e violenza domestica hanno inciso sul benessere giovanile.

Gravidanze precoci e salute riproduttiva

Nelle regioni in via di sviluppo, ogni anno partoriscono quasi 12 milioni di ragazze tra 15 e 19 anni e almeno 777.000 hanno meno di 15 anni. Le complicanze legate a gravidanza e parto sono tra le principali cause di morte tra le 15-19enni. Nel 2021 il tasso globale di natalità adolescenziale era 42 per 1.000, in calo rispetto al 1990 ma con differenze enormi tra Paesi.

La gestione clinica richiede team multidisciplinari e servizi sensibili all’età, con accesso alla contraccezione, prevenzione delle IST e consulenze sulla salute sessuale e riproduttiva.

Ambiente, stili di vita e fattori di rischio emergenti

Gli adolescenti sono biologicamente più sensibili all’inquinamento e ai rischi ambientali (metalli pesanti, sostanze chimiche, UV, aria inquinata, carenze di acqua e igiene), inclusi gli impatti del cambiamento climatico. La Commissione di The Lancet avverte che i giovani sono la prima generazione a crescere in condizioni climatiche più dure e con digitalizzazione pervasiva, con ecoansia in aumento e ripercussioni sulla salute mentale.

Il sovrappeso tocca oltre uno su sei tra 10 e 19 anni (dati 2016), con grandi differenze tra regioni OMS; l’anemia sideropenica è tra le principali cause di anni vissuti con disabilità negli adolescenti, mentre in aree con parassitosi intestinali è raccomandato trattamento vermifugo periodico. Solo uno su cinque adolescenti nel 2016 rispettava le linee guida OMS sull’attività fisica, con livelli di sedentarietà più alti tra le ragazze.

Tumori a esordio precoce: cosa sta cambiando

Studi recenti segnalano un aumento marcato dei tumori diagnosticati prima dei 50 anni. Un’analisi su 204 Paesi ha stimato +79% di incidenza tra 1990 e 2019 e +28% di decessi nello stesso gruppo d’età. In parallelo, altri lavori mostrano incrementi generazionali in molte sedi tumorali (fino a 17 tipi negli USA), con differenze tra coorti.

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Non tutti i tumori però seguono la stessa traiettoria: un grande studio internazionale trova incrementi generalizzati nei giovani in sei sedi (tiroide, rene, endometrio, colon-retto, mammella, leucemie). Tutti, tranne il colon-retto, crescono anche oltre i 50 anni. Di contro, stomaco, esofago, bocca e fegato sono in calo in molti Paesi, probabilmente anche per minore consumo di alcol in alcune popolazioni.

Le cause sono multifattoriali: diete ricche di carni rosse e sodio e povere di frutta e latte, alcol e tabacco, obesità, esposizione alla luce artificiale notturna e lavoro a turni con riduzione della melatonina, possibile ruolo di microplastiche, additivi degli ultraprocessati (emulsionanti, coloranti) con potenziali effetti sulla mucosa e sul DNA, e uso di antibiotici in aumento del 45% dal 2000 con impatto sul microbiota. Alcuni ricercatori segnalano perfino l’aumento della statura come possibile fattore correlato al rischio per diversi tumori.

Cancro del colon-retto nei giovani: due tendenze opposte

Negli USA, i casi di cancro colorettale (CRC) tra gli under 55 crescono da decenni, mentre nei più anziani sono in calo, anche grazie allo screening che intercetta lesioni precancerose. Analisi di coorte mostrano che i nati nel 1990 hanno oltre il doppio del rischio di diagnosticare un cancro del colon e più di quattro volte per il retto rispetto ai nati nel 1950, con incrementi annui tra 1% e 2,4% nei 20-39enni e tra 0,5% e 1,3% nei 40-54enni.

Il CRC a esordio precoce è legato a più fattori: sovrappeso e obesità (spesso associati a diete ultraprocessate, ricche di zuccheri e carni lavorate e povere di fibre), sedentarietà, alcol e fumo, possibile dismicrobiosi da dieta e antibiotici. I sintomi nei giovani sono talvolta sottovalutati, con diagnosi tardive. Per questo cresce il consenso nel iniziare la ricerca del sangue occulto e/o la colonscopia già a 45 anni nella popolazione a rischio medio, anticipando ulteriormente in caso di familiarità, polipi pregressi o malattie infiammatorie intestinali.

Un volto umano: la storia di Luisa

Quando a 38 anni Luisa, madre di due figli, ha saputo di avere un tumore al seno in stadio III, la diagnosi è apparsa inverosimile: si sentiva in forma, senza fattori di rischio evidenti. Ha affrontato chemioterapia, chirurgia conservativa e radioterapia, quindi terapia ormonale per ridurre il rischio di recidiva. L’esperienza più dura non è stata solo clinica: la perdita dei capelli, l’impatto sull’immagine e sulla vita dei figli, il ritmo veloce delle cure. La sua testimonianza ricorda che i tumori in giovani adulti non sempre hanno basi genetiche chiare e che la resilienza fisica può aiutare a tollerare terapie aggressive, specie con diagnosi precoce.

Diritti, politiche e investimenti per l’adolescenza

Gli strumenti internazionali riconoscono il diritto dei minori a sopravvivere, crescere e svilupparsi. Il Comitato sui Diritti dell’Infanzia ha pubblicato linee guida sul diritto alla salute (2013) e una Osservazione generale sull’adolescenza (2016). La CEDAW tutela i diritti di donne e ragazze alla salute e a cure adeguate. Nel 2023 l’OMS ha aggiornato la guida AA‑HA! 2.0 per aiutare i governi a implementare interventi nazionali mirati alla salute degli adolescenti.

Nonostante gli adolescenti rappresentino circa un quarto della popolazione mondiale e il 9% del carico di malattia, ricevono solo circa il 2,4% degli aiuti globali. La Commissione di The Lancet sottolinea la necessità di più finanziamenti, governance efficace e coinvolgimento diretto dei giovani nella definizione delle politiche.

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Qualità della vita, PRO e aspetti etici

Nella presa in carico di patologie croniche in adolescenza, la misurazione della qualità di vita correlata alla salute (HRQoL) con strumenti validati (per es. DISABKIDS, PedsQL, KIDSCREEN) migliora il dialogo e promuove l’autonomia. I Patient‑Reported Outcomes (PRO) sono sempre più integrati negli studi clinici, inclusi i percorsi oncologici dei giovani, ma rimane spazio per standardizzare protocolli e comparabilità dei dati.

Sul piano etico-giuridico, contano il diritto all’informazione (e a non essere informati, entro limiti), la riservatezza e l’autonomia decisionale con il consenso informato proporzionato all’età e alla capacità. In oncologia adolescenziale possono nascere conflitti tra desideri del giovane, famiglia e clinici, che richiedono decisioni condivise, tempo per riflettere e supporto psicologico.

Prevenzione: cosa funziona davvero

Le misure efficaci sono note e vanno adattate all’età: alimentazione ricca di frutta, verdura, legumi e fibre, meno ultraprocessati, zuccheri e carni lavorate; attività fisica regolare; niente fumo e alcol con massima prudenza; sonno adeguato e igiene digitale (niente schermi a letto). Per le ragazze è fondamentale la vaccinazione anti‑HPV nella prima adolescenza; in aree endemiche, vermifugazione periodica. Gli screening andrebbero seguiti con attenzione: CRC a partire dai 45 anni (anticipando in presenza di fattori di rischio), e attenzione ai sintomi “atipici” nei giovani per evitare ritardi diagnostici.

Dall’ambulatorio alla comunità: priorità operative

I clinici di prima linea dovrebbero mantenere alta la soglia di sospetto per segni persistenti in giovani adulti (alterazioni dell’alvo, sanguinamento rettale, anemia inspiegata, dolore addominale, stanchezza marcata), evitando di liquidarli come disturbi minori. Le scuole e i servizi sociali possono promuovere competenze di vita, alfabetizzazione sanitaria e benessere mentale, mentre le città devono offrire ambienti sicuri (strade, acqua e aria più pulite, spazi per attività fisica).

Adolescenza 11‑14: problemi comuni e segnali da non trascurare

In questa fase, oltre alle infezioni respiratorie e gastrointestinali e alla diffusa acne, sono frequenti traumi sportivi e incidenti legati a condotte rischiose. Vanno considerati disturbi endocrini (tireopatie, diabete, variazioni di statura) e alterazioni puberali (precoce prima dei 9 anni, tardiva dopo 14‑15 anni), che richiedono valutazione pediatrica.

  • Malnutrizione e diete restrittive (per esempio vegane non supervisionate) possono causare carenze di ferro, calcio e vitamine, specie con elevato dispendio energetico puberale.
  • Emicrania e cefalea tensiva possono esordire in adolescenza e vanno valutate clinicamente.
  • Miopia tende a progredire con la crescita rapida; disturbi ginecologici (dismenorrea, infezioni pelviche) meritano presa in carico integrata.
  • Uso problematico di smartphone e piattaforme interessa oltre il 15% degli adolescenti in alcune aree; è utile limitare gli schermi prima di dormire.

Infine, i problemi cronici preesistenti (cardiopatie, nefropatie, diabete, patologie digestive) vanno gestiti con più coinvolgimento attivo del ragazzo, favorendo la transizione verso l’età adulta.

Guardando il quadro d’insieme, la salute dei giovani è il risultato di fattori biologici, sociali, ambientali e comportamentali che si sommano. Ridurre le esposizioni a rischio, rafforzare la prevenzione e lo screening mirato, investire in salute mentale, istruzione e ambienti sani, e dare voce ai giovani nelle politiche consente di invertire le tendenze negative: non si tratta solo di aggiungere anni alla vita, ma di aggiungere vita agli anni.

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