Vetreria di laboratorio e loro funzioni: guida completa con esempi, materiali e pulizia

Última actualización: novembro 11, 2025
  • Borosilicato, quarzo e plastiche tecniche definiscono resistenza e compatibilità chimica della vetreria.
  • Ogni forma ha una funzione: volumetrica per precisione, a fondo tondo per riscaldamento uniforme, imbuto separatore per fasi immiscibili.
  • Pulizia strutturata: detergente neutro, risciacqui con deionizzata, solventi/ossidanti mirati e asciugatura corretta.
  • Sicurezza prima di tutto: DPI, niente pipettaggio a bocca, smaltimento corretto del vetro e controllo di crepe e giunti.

Vetreria di laboratorio e funzioni

La vetreria da laboratorio è il cuore pulsante di ogni esperimento scientifico: serve per misurare, mescolare, riscaldare, separare e conservare sostanze. In un unico banco puoi trovare becher, cilindri graduati, pipette, burette, palloni e molto altro, ognuno con una funzione ben precisa e tolleranze diverse in termini di precisione e resistenza.

Al di là del nome, non tutto ciò che chiamiamo “vetreria” è rigorosamente in vetro: alcuni utensili sono in plastica, ceramica o metallo, mentre il vetro è un solido amorfo. Tuttavia, la maggior parte degli strumenti critici per la chimica analitica è realizzata in vetro borosilicato, proprio perché offre alta resistenza termica e chimica, bassa dilatazione e non interferisce con le reazioni nella maggior parte dei casi.

Che cosa si intende per vetreria da laboratorio e perché è essenziale

Con “vetreria di laboratorio” si indica l’insieme di recipienti e strumenti in vetro (o materiali equivalenti) impiegati per manipolare reagenti e campioni in piccola scala: dalla preparazione di soluzioni alla titolazione, dalla distillazione alla coltura di microrganismi, fino alla conservazione di sostanze sensibili alla luce.

Ogni pezzo ha una geometria studiata per un compito specifico: palloni a fondo tondo per riscaldamenti uniformi, burette per l’erogazione controllata goccia a goccia, pipette volumetriche per trasferimenti ad alta precisione, imbuti (di vetro, Büchner o separatori) per filtrazioni e separazioni di fasi immiscibili, provette per test rapidi, piastre di Petri per colture, fino agli accessori come bacchette di vetro, spatole e pissette.

Strumenti di vetreria da laboratorio

Materiali del vetro, composizione e proprietà

La scelta del materiale non è casuale: il borosilicato (tipicamente noto come Pyrex) ha un basso coefficiente di dilatazione e resiste bene a shock termici, acidi e basi forti. La sua formulazione tipica integra ossido di silicio (SiO2) con ossido di boro (B2O3) e, in proporzioni variabili, ossidi come Na2O e Al2O3, ottenendo così un vetro stabile e affidabile per uso analitico.

Esistono anche vetrerie in quarzo fuso (altissima purezza e trasparenza UV, ottima inerzia e resistenza alle alte temperature), in vetro temperato per condizioni meccaniche più gravose e in vetro comune (soda-lime), che però non è adatto al riscaldamento spinto né all’uso come strumento di precisione. In alcune applicazioni si preferiscono plastiche tecniche (PP, PE, PC, PTFE) per durabilità, leggerezza e compatibilità chimica con reagenti che attaccano il vetro (ad esempio HF o forti soluzioni di NaOH).

Nomi e funzioni: la guida alle principali vetrerie

Una panoramica ragionata aiuta a scegliere lo strumento giusto per ogni compito. Di seguito trovi i pezzi più usati, organizzati per funzione.

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Misura, preparazione e trasferimento di volumi

  • Becher (o becker): cilindrici con beccuccio, perfetti per mescolare, dissolvere e riscaldare liquidi; non sono strumenti di misura precisi ma estremamente versatili.
  • Cilindro graduato (proveta): tubo verticale con scala, disponibile da 5 mL fino a 2 L; offre precisione media per misurazioni rapide e trasferimenti.
  • Pipetta graduata: consente di misurare volumi variabili con discreta precisione; il riempimento avviene tramite sistema a vuoto con pera o pipettatore.
  • Pipetta volumetrica: progettata per un volume fisso con precisione elevata; ideale quando non sono ammesse deviazioni.
  • Buretta: tubo lungo graduato con rubinetto di precisione; indispensabile in titolazioni per dosare goccia a goccia fino al punto di equivalenza.
  • Pallone volumetrico: collo lungo con tacca di taratura; serve a preparare soluzioni a concentrazione esatta e per diluizioni rigorose.
  • Bottiglia reagenti (reagent bottle): in borosilicato, spesso graduata e con tappo a vite autoclavabile; adatta a stoccaggio e miscelazione.

Reazioni, riscaldamento, distillazione e riflusso

  • Pallone a fondo tondo: la forma sferica favorisce riscaldamento uniforme; si usa con mantello riscaldante per riflusso, distillazione o evaporazione sotto vuoto.
  • Pallone a fondo piatto: utile per riscaldamenti blandi, preparazione e omogeneizzazione con agitazione magnetica; sta in piedi da solo sul banco.
  • Pallone da distillazione: presenta una presa laterale per collegare il condensatore; contiene la miscela da separare in distillazioni semplici o frazionate.
  • Condensatore: raffredda i vapori e li trasforma in liquido; tra i modelli più comuni ci sono Liebig (tubo dritto), Allihn (a bulbi) e Graham (serpentina).
  • Colonna di frazionamento: aumenta le teorie di piatto e migliora la separazione di componenti con punti di ebollizione ravvicinati nella distillazione frazionata.
  • Kitassato: simile a un Erlenmeyer ma con tubulatura laterale; in accoppiata con imbuto di Büchner e pompa permette la filtrazione sotto vuoto.

Separazione e filtrazione

  • Imbuto di vetro: per trasferimenti puliti e filtrazioni semplici con carta da filtro, trattenendo i solidi non disciolti.
  • Imbuto di Büchner: in ceramica, base forata e disco filtrante; usato con kitassato per accelerare la filtrazione a vuoto.
  • Imbuto separatore (o di decantazione): a pera con rubinetto; separa liquidi immiscibili per differenza di densità con controllo dell’uscita della fase inferiore.

Contenimento, test rapidi e colture

  • Provette (tubi di saggio): per reazioni in piccola scala, raccolta campioni e riscaldamenti controllati; si conservano verticali in appositi portaprovette.
  • Piastra di Petri: recipiente basso con coperchio per coltivare microrganismi o asciugare cristalli e solidi filtrati.
  • Vetro da orologio: piattino concavo per pesate di piccole quantità, evaporazioni dolci e come copertura di becher.
  • Coprioggetto (laminula): sottile rettangolino in vetro che protegge e stabilizza i preparati sul vetrino in microscopia; aiuta a limitare ossidazione e fotodegradazione.
  • Cuvette: micro-recipienti per spettrofotometro (in vetro, plastica o quarzo); la scelta dipende dalla regione spettrale (UV/Vis) e dal tipo di analisi.
  • Tubo di Nessler: cilindro trasparente, spesso graduato, per confronti colorimetrici e valutazione della torbidità tra soluzioni.
  • Tubo di Thiele: in vetro con braccio laterale, impiegato per determinare la temperatura di fusione con riscaldamento uniforme dell’olio da bagno.
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Accessori e utensili

  • Bacchetta di vetro: serve a agitare, omogeneizzare e guidare il flusso nei travasi per ridurre perdite e schizzi.
  • Spatola (acciaio o porcellana): non è vetreria ma è essenziale per maneggiare piccoli quantitativi di solidi e reagenti.
  • Mortai e pestelli (gral e pistillo): in vetro o porcellana per triturare e miscelare solidi; la porcellana permette anche lavorazioni a caldo.
  • Cadino (crogiolo): recipiente in porcellana, acciaio o alluminio per altissime temperature (calcina-zione, fusioni) in muffole o stufe.
  • Perle di vetro: aggiunte ai riscaldamenti per regolarizzare l’ebollizione ed evitare bumping e traboccamenti.
  • Pissetta: flacone in plastica con beccuccio, utilissimo per lavaggi mirati e aggiunta di acqua distillata durante le operazioni.
  • Trappola per umidità (retentore di umidità): in borosilicato, si applica a dispenser e linee liquide per impedire l’ingresso di vapore acqueo in soluzioni sensibili.

Strumenti analitici in vetro specializzati

  • Picnometro: flacone calibrato per misurare la densità assoluta di liquidi e solidi con elevatissima precisione (richiede bilancia analitica).
  • Alcolometro: densimetro graduato (Cartier/Gay-Lussac) per determinare la gradazione alcolica a 20 °C in soluzioni idroalcoliche.
  • Areometro di Baumé: densimetro per salamoie; aiuta a controllare la concentrazione di sale in processi come la salagione.
  • Butirimetro: tubo graduato con bulbo per determinare il tenore di grassi in latte e derivati (con reagenti specifici e centrifugazione).
  • Termolattodensimetro: densimetro con termometro integrato per intercettare adulterazioni del latte tramite variazioni di densità.

Attrezzature di supporto (non in vetro ma correlate)

Per rendere operativa la vetreria servono strumenti complementari: bilancia analitica per masse con alta precisione, pHmetro, centrifuga, agitatore magnetico, cappa aspirante per composti tossici o volatili, becco Bunsen per fiamme controllate e termometro digitale per misure rapide e affidabili.

Come scegliere e usare la vetreria in sicurezza

Prima regola: DPI sempre indossati (guanti, occhiali, camice e scarpe chiuse). Controlla che non vi siano crepe: una piccola scheggiatura può compromettere misure e, soprattutto, sicurezza, specie durante riscaldamenti o filtrazioni a vuoto.

Non utilizzare mai la bocca per pipettare: usa pera o pipettatore. Segnala e smaltisci i rottami di vetro in contenitori dedicati; evitare il cestino comune protegge chi si occupa delle pulizie e previene incidenti banali ma seri.

Ricorda che non tutte le vetrerie di precisione tollerano stufe o autoclavi: un surriscaldamento può alterare calibrazioni e tolleranze. Per riscaldamenti distribuiti in modo uniforme, prediligi palloni a fondo tondo con mantello e, quando necessario, imposta sistemi di riflusso con condensatore.

Pulizia e manutenzione: procedure e accorgimenti

Una buona igiene della vetreria è ciò che garantisce risultati ripetibili e privi di interferenze. Inizia sempre dal corretto smaltimento dei residui (mai nel lavandino sostanze corrosive o tossiche) seguendo i protocolli interni.

Esegui un pre-risciacquo con acqua corrente, quindi lava con detergente neutro e spazzole idonee alla geometria del pezzo; evita abrasivi, perché graffi e microfessure compromettono le letture e favoriscono contaminazioni.

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Dopo il lavaggio, risciacqua con acqua deionizzata o distillata, così da eliminare ioni residui della rete idrica che potrebbero lasciare aloni o interferire con analisi successive.

Per residui organici tenaci o untuosi usa solventi appropriati (etanolo, isopropanolo, acetone; per grassi e matrici apolari anche esano o cloroformio, se previsto dai protocolli di sicurezza). Per tracce persistenti, la tradizionale soluzione al dicromato in acido solforico (soluzione “cromica”) ha forte potere ossidante e pulente; in alternativa si impiegano ossidanti come solfonitrica o bagni alcalini (KOH) a seconda della contaminazione.

La fase di asciugatura va curata: lascia sgocciolare all’aria in appositi graticci, evitando panni che rilasciano fibre; quando consentito, usa stufe a bassa temperatura. Per vetreria di precisione (pipette e palloni volumetrici) evita il calore forzato: un risciacquo finale con acetone o etere può velocizzare l’evaporazione dell’acqua residua.

Se stai pulendo materiali esposti a composti particolarmente reattivi, valuta compatibilità vetro/reagente (es. HF attacca il vetro) e la gestione dei vapori in cappa, seguendo sempre le schede di sicurezza.

Vetreria per misure di volume ad alta precisione

Quando la precisione è il criterio dominante, la gerarchia degli strumenti conta. In linea generale la priorità va a pipetta volumetrica, buretta e pallone volumetrico; pipetta graduata e cilindro graduato seguono con accuratezza inferiore.

  • Pipetta volumetrica: per un volume esatto con incertezza minima; ideale per standardizzazioni e preparazioni critiche.
  • Buretta: dosaggio fine in titolazione; la lettura menisco/rubinetto e la lubrificazione corretta sono fondamentali.
  • Pallone volumetrico: per preparare e contenere soluzioni a titolo noto fino alla tacca di riferimento.
  • Pipetta graduata e cilindro graduato: strumenti flessibili, preziosi per misure rapide quando non servono incertezze bassissime.

Destillazione, riflusso e riscaldamento: buone pratiche

Per distillazioni semplici imposta pallone di distillazione, condensatore e ricevitore con giunti ben lubrificati e fissaggio sicuro; per frazionate inserisci la colonna per aumentare l’efficienza separativa. Il pallone a fondo tondo e la mantella garantiscono uniformità di temperatura; le perle di vetro limitano gli urti di ebollizione.

Nel riflusso, assicurati della corretta circolazione dell’acqua nel condensatore (ingresso in basso, uscita in alto) e del controllo dei vapori per evitare perdite di solvente; a fine prova, lascia raffreddare gradualmente per proteggere vetro e giunti.

Un ultimo sguardo alla sicurezza operativa: usa pinze o guanti termici con vetreria calda; non pressurizzare mai recipienti chiusi; in filtrazione a vuoto controlla che kitassato e tubazioni siano integri e adeguatamente serrati.

Conoscere design, materiale e limiti d’impiego di ogni pezzo ti consente di eseguire esperimenti affidabili, ripetibili e sicuri: dalla preparazione di soluzioni titolate al controllo della purezza via distillazione, dalla separazione di fasi con l’imbuto separatore alle misure colorimetriche nelle cuvette, ogni operazione trae beneficio dalla vetreria corretta e da una manutenzione scrupolosa.

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