Attrezzature di laboratorio in chimica: nomi, tipi e usi

Última actualización: novembro 22, 2025
  • Vetreria essenziale: becher, erlenmeyer, baloni, burette, pipette, imbuto di separazione e sistemi di filtrazione
  • Strumentazione chiave: piastra/agitazione, bilancia, pHmetro, spettrofotometro, centrifuga, cappe e cabine
  • Buone pratiche: DPI, etichettatura, smaltimento corretto, calibrazione e pulizia con acqua distillata

attrezzature e vetreria di laboratorio

Capire a fondo nomi, tipologie e impieghi delle attrezzature di un laboratorio di chimica non è utile solo per scegliere i materiali giusti: è decisivo per lavorare con precisione, ripetibilità e sicurezza. Dai contenitori in vetro borosilicato ai grandi strumenti analitici, ogni pezzo ha una funzione chiara e, spesso, interagisce con altri in sistemi integrati.

In questa guida completa troverai una panoramica rigorosa e pratica su vetreria, strumenti, accessori e buone pratiche. Il testo è pensato per tecnici, studenti e professionisti che vogliono un riferimento unico e ordinato: troverai la descrizione dei materiali più usati, esempi d’uso, consigli di pulizia, criteri di classificazione (base, intermedio, avanzato) e un richiamo essenziale alla sicurezza in laboratorio.

Vetreria di laboratorio: nomi, tipi e funzioni

vetreria di laboratorio per chimica

La vetreria da laboratorio è generalmente realizzata in vetro borosilicato, robusto agli shock termici e poco soggetto all’adsorbimento di residui; in molte applicazioni, questa caratteristica minimizza contaminazioni e garantisce risultati affidabili. Le forme e le capacità variano per adattarsi a misure, trasferimenti, reazioni e separazioni.

Erlenmeyer (flacone conico): ideale per agitare, preparare e talvolta scaldare soluzioni. Il collo stretto riduce schizzi ed evaporazioni, perciò è molto usato anche nelle titolazioni come contenitore della soluzione analizzata.

Balone a fondo tondo e balone a fondo piatto: il primo è il re del riscaldamento uniforme e dei processi come la distillazione; il secondo è più stabile su piastra, ma meno comune per reazioni prolungate. Entrambi sono impiegati in sintesi e trattamenti termici controllati.

Balone volumetrico: progettato per preparare e diluire soluzioni a volume esatto. Il tratto di taratura sul collo assicura altissima precisione; non va riscaldato perché l’alterazione della geometria compromette la calibrazione.

Provette (tubi di saggio): cilindri stretti per piccole quantità, usati in test rapidi, reazioni in micro-scala e raccolta campioni. Possono essere riscaldati cautamente e vanno riposti verticalmente su apposite rastrelliere.

Provette graduate (cilindri graduati): adatte a misurare volumi con precisione moderata. Per misure più rigorose, è preferibile impiegare pipette o burette.

Buretta: tubo lungo graduato con rubinetto inferiore per aggiunte controllate in titolazione. È una vetreria di alta precisione da usare in verticale su supporto universale.

Pipette graduate e volumetriche: le prime consentono di trasferire volumi variabili con buona accuratezza; le seconde sono tarate per un volume fisso e assicurano il massimo rigore. L’aspirazione si effettua con pipettatori (mai con la bocca).

Pipetta Pasteur: utile per piccoli trasferimenti a goccia, senza indicazione di volume. Diffusa in manipolazioni qualitative e in microbiologia.

Bastone di vetro (bacchetta): serve per agitare, omogeneizzare e guidare il flusso di liquidi tra recipienti, evitando schizzi.

Condensatore: elemento chiave nelle distillazioni; il vapore scorre all’interno mentre l’acqua fredda circola nella camicia esterna, favorendo la condensazione. Può essere rettilineo, a spirale o a bolle.

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Colonna di frazionamento: consente separazioni più fini tra liquidi miscibili con ebollizioni diverse, incrementando le piastre teoriche di separazione prima del condensatore.

Imbuto di separazione (imbuto di decantazione): separa liquidi immiscibili sfruttando la differenza di densità; la valvola inferiore permette di drenare lo strato desiderato. È essenziale in estrazioni liquido-liquido.

Imbuto di vetro: con carta da filtro consente la filtrazione semplice; il solido è trattenuto sul filtro, mentre il filtrato si raccoglie nel recipiente sottostante.

Kitassato: flacone con spessore rinforzato e uscita laterale per collegamento a vuoto. Insieme al filtro di Büchner velocizza la filtrazione grazie alla depressione.

Filtro di Büchner: imbuto in porcellana a fondo forato per filtri a vuoto; accorcia i tempi di separazione nelle filtrazioni di solidi da liquidi.

Piastre di Petri: coppie base/tappo, in vetro o plastica, utilizzate per colture microbiologiche su terreno solido. Dopo l’uso, si sterilizzano o si smaltiscono secondo le procedure interne.

Vetro d’orologio: concavo e leggero, utile per pesate di solidi, copertura di recipienti e piccole evaporazioni.

Essiccatore: camera con agente essiccante (per esempio gel di silice) per mantenere campioni e materiali in atmosfera a bassa umidità. Il coperchio rettificato garantisce la tenuta.

Retentore di umidità (trappola anti-umidità): elemento per proteggere dispensatori e circuiti liquidi dall’ingresso di umidità, utile con solventi igroscopici o soluzioni saline.

Lamelle coprioggetto (lamínule): sottili rettangolini di vetro che proteggono e stabilizzano il campione sul vetrino durante osservazioni al microscopio.

Cuvette (cubette): piccoli contenitori ottici in plastica, vetro o quarzo per misure di assorbanza in spettrofotometria; la scelta del materiale dipende dalla regione spettrale (UV/Vis).

Tubo di Nessler: cilindro trasparente, spesso graduato, impiegato per confronti colorimetrici e valutazioni di torbidità.

Tubo di Thiele: apparecchio in vetro per determinare temperature di fusione; consente un riscaldamento uniforme del bagno attorno al capillare contenente la sostanza.

Strumentazione ed equipaggiamenti: riscaldamento, misura, separazione, analisi

strumenti di laboratorio e attrezzature

Piastra riscaldante con agitazione (hotplate/stirrer): scalda in modo uniforme e, con barra magnetica, omogeneizza le soluzioni. I controlli manuali di temperatura e agitazione permettono settaggi precisi.

Barra magnetica (pesciolino): piccola ancora rivestita che, trascinata dal campo magnetico dell’agitatore, mescola efficacemente anche per tempi prolungati.

Bilancia analitica: cuore delle pesate di precisione fino a 0,0001 g. Le protezioni in vetro evitano errori dovuti a correnti d’aria e polvere.

Bunsen e lamparina: fonti di calore per sterilizzazioni e riscaldamenti. Il Bunsen permette regolazione fine della fiamma, la lamparina è adatta a calore lieve.

Manta riscaldante: ideale per baloni a fondo tondo, garantisce riscaldamento avvolgente e sicuro, senza scintille (utile con solventi infiammabili).

Forno (stufa) e muffola: la stufa essicca ed esegue trattamenti fino a circa 200 °C; la muffola raggiunge temperature molto elevate (oltre 1000 °C) per calcinazioni e ceneri.

Crogiolo e capsula di porcellana (capsula di evaporazione): resistono a alte temperature per fusione, calcinazione, concentrazione ed evaporazioni controllate.

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Filo o rete di amianto (rete ceramica): si appoggia sul treppiede per distribuire uniformemente il calore al recipiente durante il riscaldamento.

Treppiede in ferro: struttura semplice e stabile su cui poggiare rete e recipienti durante il riscaldamento con Bunsen.

Deionizzatore e distillatore d’acqua: il primo rimuove ioni tramite resine a scambio; il secondo fornisce acqua distillata per analisi, reagenti e risciacqui. Entrambi riducono interferenze.

Cappa chimica (di aspirazione) e cabina a flusso laminare/biologica: la cappa protegge l’operatore e l’ambiente allontanando vapori e gas; la cabina, con filtri HEPA e lampade UV, offre un’area sterile per manipolazioni sensibili.

Spettrofotometro: misura l’assorbanza per quantificare componenti di una soluzione in un dato intervallo di lunghezze d’onda; genera spettri affidabili tramite un rivelatore.

Cromatografo (es. HPLC o GC con rivelatore): separa e identifica componenti di miscele per affinità chimico-fisiche tra fase mobile e stazionaria; i dati del rivelatore guidano l’analisi qualitativa/quantitativa.

pHmetro: converte un segnale millivolt in pH su scala 0–14; va calibrato con soluzioni tampone per minimizzare l’errore di lettura.

Carta da filtro e sistemi di filtrazione: il grado di porosità determina la velocità e la finezza della separazione; con vuoto si riducono i tempi.

Centrifuga da banco: separa sospensioni e fasi per forza centrifuga, in pochi minuti. Si impiega per separazioni solido-liquido o liquido-liquido.

Agitatore vortex e tavole agitanti: il vortex miscela rapidamente nei tubi; le tavole sono perfette per volumi più grandi e omogeneizzazione dolce.

Bagno termostatato (bagno maria): garantisce riscaldamento controllato e uniforme senza superare temperature critiche per il campione.

Microscopio: per osservazioni di microstrutture con ottiche e illuminazione adeguate. In laboratorio clinico è frequente l’uso del microscopio ottico per letture rapide.

Colorimetro: quantifica la concentrazione in base all’intensità di colore di un composto, in modalità portatile o da banco, a seconda dell’applicazione.

Analizzatore di biochimica: strumento automatizzato per dosaggi metabolici e pannelli biochimici su matrici biologiche, con reagenti specifici.

Contatore differenziale di cellule: valuta numero e distribuzione cellulare, utile in ematologia e colture per stime rapide di popolazioni.

Frigorifero per reagenti: stoccaggio controllato a bassa temperatura per preservare stabilità e sicurezza dei reagenti sensibili al calore.

Pera di suzione (pipettatore a pera, pi pump): aiuta ad aspirare e dispensare senza contatto diretto con la bocca, garantendo sicurezza e igiene.

Pissetta: flacone per erogare acqua distillata o deionizzata; facilita lavaggi e trasferimenti controllati di piccoli volumi.

Spatole in acciaio inox: resistenti a corrosione e agenti chimici, servono a prelevare e trasferire solidi in modo pulito.

Materiali monouso (tubi Falcon, microtubi, criotubi, provette in plastica, piastre Petri monouso): pensati per ridurre contaminazioni incrociate e velocizzare i flussi di lavoro.

Classificazione pratica: strumenti base, intermedi, avanzati

Base: becher, provette e cilindri graduati, pissetta, bastoni di vetro, spatole, pipette graduate, pinze e supporti. Sono l’ossatura di qualsiasi laboratorio generalista.

Intermedio: bilancia analitica, pipette volumetriche, imbuto di separazione, centrifuga da banco, essiccatore. Richiedono attenzione nella taratura e nell’uso.

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Avanzato: spettrofotometro, cromatografo (HPLC/GC), cabina di sicurezza biologica, stufe e muffole, cappe chimiche con monitoraggio. Necessitano formazione specifica e manutenzione programmata.

Regole essenziali di sicurezza e buone pratiche

Dispositivi di protezione individuale (DPI): camice in cotone a maniche lunghe, guanti adeguati al rischio, occhiali o visiere; capelli lunghi raccolti, calzature chiuse. Evitare gioielli e indumenti che possano impigliarsi.

Comportamento in laboratorio: vietato mangiare, bere o fumare; mai pipettare con la bocca; lavorare sotto cappa con solventi volatili o reagenti tossici/corrosivi; conoscere le procedure di emergenza.

Gestione rifiuti e residui: non sversare reagenti o rifiuti in lavandino; usare contenitori dedicati per tipologia (organici, acidi, basi, taglienti/vetro, biologici) secondo normativa interna e locale.

Etichettatura e tracciabilità: identificare sempre soluzioni e campioni con nome, concentrazione, data, preparatore e, quando serve, condizioni di conservazione.

Manutenzione e calibrazione: programmare tarature (pHmetro, bilancia, volumetria), controlli periodici di cappe e cabine, sostituzione regolare di consumabili (filtri, lampade, resine).

Pulizia e cura della vetreria

Detergente neutro incolore e inodore è in genere la scelta migliore per la pulizia ordinaria, seguito da abbondante risciacquo con acqua di rete e lavaggio finale con acqua distillata o deionizzata per evitare aloni e contaminazioni ioniche.

Residui organici o grassi possono richiedere solventi come esano o cloroformio, rispettando le prescrizioni di sicurezza e di smaltimento. Per tracce metalliche o analitiche ostinate, si impiegano miscele ossidanti idonee (secondo procedure interne).

Asciugatura: lasciare sgocciolare su scolavetreria e completare in stufa a bassa temperatura, evitando shock termici. Non inserire vetreria tarata ad alte temperature per non alterare le calibrazioni.

Integrità meccanica: scartare vetreria con crepe o scheggiature; smaltire i rotti in contenitori per taglienti adeguatamente etichettati, mai nel rifiuto indifferenziato.

Quali strumenti non possono mancare

Per una routine efficiente in laboratori didattici, di ricerca o controllo qualità, il set minimo comprende: becher, erlenmeyer, cilindro graduato, pipette (grad. e vol.), buretta, balone volumetrico, imbuto di separazione, condensatore, kitassato con Büchner, piastra agitante, Bunsen, bilancia analitica, pHmetro, essiccatore, stufa, supporti e pinze.

Per analitica strumentale aggiungi spettrofotometro e cuvette, eventuale cromatografo con rivelatore, centrifuga, cabina a flusso laminare o cappa chimica secondo il rischio, e un sistema affidabile di purificazione dell’acqua (deionizzazione/distillazione).

Per biologia e microbiologia sono frequenti piastre di Petri, micropipette con punte sterili, portaoggetti/lamelle, cabina di sicurezza biologica e incubazione/termoregolazione dedicata.

Mettere in sicurezza i processi con formazione, procedure standard (SOP) e controlli qualità periodici è tanto importante quanto acquistare la strumentazione migliore, perché precisione senza sicurezza non è sostenibile.

Questo compendio riunisce in modo organico vetreria, dispositivi e best practice per organizzare, gestire e usare un laboratorio di chimica con consapevolezza: dai becher alle muffole, dal pHmetro alla cappa, la scelta corretta, la manutenzione periodica e l’uso responsabile fanno la differenza tra un’analisi mediocre e un risultato affidabile a norma e ripetibile.

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