La gravità può cambiare a seconda di dove ti trovi sulla Terra?

Última actualización: novembro 20, 2025
  • La gravità terrestre varia per forma del pianeta, rotazione, latitudine, altitudine e geologia.
  • Le anomalie maggiori sono legate alla tettonica: subduzioni più deboli, catene vulcaniche più forti.
  • Satelliti come GRACE e gravimetri mappano e monitorano nel tempo queste variazioni.

immagine gravità terrestre

La domanda sembra semplice ma è tosta: la gravità cambia a seconda di dove ti trovi sulla Terra? Sì, e le differenze, pur piccole, sono misurabili e hanno cause ben precise legate a forma del pianeta, rotazione, altitudine, topografia e perfino alla distribuzione di massa nelle profondità terrestri. Capire queste variazioni aiuta a leggere meglio fenomeni che vanno dai vulcani alle correnti oceaniche, fino al comportamento dei satelliti.

Se ti chiedi perché dalla cima di una montagna potresti pesare un filo meno che in riva al mare, non ti stai sbagliando. Più ti allontani dal centro della Terra, più l’accelerazione di gravità diminuisce, come indica la relazione g = G·M/r^2; eppure la faccenda non finisce qui: la massa delle montagne e l’architettura geologica sottostante possono far crescere localmente l’attrazione, mentre valli e fosse oceaniche profonde spesso mostrano un “buco” di gravità. Vediamo tutto con ordine, senza saltare nulla.

Cos’è la gravità: tra Newton ed Einstein

Nella visione classica, la gravità è la forza di attrazione tra masse descritta dalla legge di Newton: F = G·(m1·m2)/r^2. Questo ci dice che l’attrazione cresce con la massa e diminuisce con il quadrato della distanza. Trasferendo il ragionamento a un pianeta, l’accelerazione di gravità alla sua superficie si stima con g = G·M/r^2, mentre a quota h si usa g = G·M/(r + h)^2.

All’inizio del Novecento, Einstein ribalta la prospettiva: la gravità non è una forza “misteriosa”, ma la curvatura dello spazio-tempo prodotta da massa ed energia. Più un corpo è massiccio (pensa al Sole con ~274 m/s² di accelerazione di gravità), più distorce lo spazio-tempo e più fortemente “guida” i movimenti attorno a sé.

mappe variazioni gravità

Perché g cambia sulla Terra: forma, rotazione e geoide

Spesso disegniamo la Terra come una palla perfetta, ma non lo è. Il nostro pianeta è uno sferoide oblato: un po’ schiacciato ai poli e più largo all’equatore. Questo già basta a spiegare parte delle differenze: ai poli sei più vicino al centro, quindi g è maggiore; all’equatore sei più lontano, quindi g è minore.

C’è di più: la rotazione terrestre introduce un’accelerazione “centrifuga” che si oppone alla gravità e che è massima all’equatore (dove la velocità tangenziale è maggiore) e nulla ai poli. Risultato pratico? All’equatore l’accelerazione di gravità è ridotta rispetto ai poli per due motivi combinati: distanza maggiore dal centro e effetto della rotazione.

I numeri aiutano: al livello del mare, g medio è ~9,80665 m/s², ma varia con latitudine, altitudine, topografia e geologia. Un confronto diretto: circa 9,789 m/s² all’equatore e ~9,823 m/s² ai poli. Questo scarto riflette proprio lo sferoide e l’effetto rotazionale.

Altitudine, montagne e valli: chi “vince” davvero?

Aumentare l’altitudine ti allontana dal centro terrestre, quindi la gravità cala. Sulla cima di una montagna, a parità di latitudine, g è in genere leggermente più bassa rispetto al fondo di una valle. Tuttavia entra in gioco la massa: grandi rilievi aggiungono massa sotto di te e questo può far crescere localmente l’attrazione.

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La realtà geologica è raffinata: le catene montuose hanno spesso “radici” a bassa densità nel mantello (isostasia). In superficie vedi più roccia, ma in profondità c’è meno densità rispetto a un “basamento” oceanico, e questo può ridurre la gravità misurata. Perciò, tra quota più alta (che fa scendere g) e massa aggiuntiva (che fa salire g), il bilancio dipende dal contesto: in parecchi casi moderni, i rilievi mostrano anomalie negative in gravità “corretta” (Bouguer), mentre alcune dorsali vulcaniche evidenziano surplus di massa e anomalie positive.

Le misure reali parlano chiaro: la variazione apparente di g sulla superficie terrestre è circa dello 0,7%. Due estremi noti: ~9,7639 m/s² sul Huascarán (Perù) e ~9,8337 m/s² sulla superficie dell’Oceano Artico. Anche le città mostrano differenze: intorno a 9,766 m/s² a Kuala Lumpur, Città del Messico e Singapore, mentre attorno a 9,825 m/s² a Oslo e Helsinki. Non sono scarti che si avvertono camminando, ma gli strumenti li rilevano benissimo.

Geologia profonda e placche: dove la gravità cambia di più

Oltre a forma e rotazione, le maggiori anomalie gravitazionali derivano dai contrasti di massa legati alla tettonica a placche. Zone dove le placche convergono, divergono o scorrono lateralmente ridistribuiscono materiale, causando addensamenti o deficit di massa nelle profondità.

Le mappe globali mostrano pattern netti: alcune tra le gravità più elevate si trovano nel Pacifico vicino ad Australia e Indonesia, area movimentata dalla dinamica delle placche. Qui, collisioni e scorrimenti producono strutture dense e rialzi topografici che tendono a rafforzare la gravità locale.

Ai margini dove la litosfera oceanica sprofonda (subduzione), come nelle fossati oceanici presso Aleutine, Giappone e Tonga, si osservano spesso anomalie gravitazionali più deboli. Il motivo è un mix di topografia negativa, variazioni di densità e fluidi in gioco durante la subduzione.

Le catene vulcaniche attive mostrano spesso firme positive: l’apporto di magma e la costruzione di nuovi edifici vulcanici aumentano la massa e possono far crescere la gravità locale. Esempi classici si trovano anche attorno all’arcipelago hawaiano.

Come misuriamo queste variazioni: gravimetri e satelliti

Per rilevare differenze così piccole servono strumenti dedicati. I gravimetri terrestri misurano le accelerazioni con sensibilità estrema e permettono di costruire mappe locali preziose per geologia, idrologia e ingegneria civile.

Su scala globale, la svolta è arrivata dai satelliti. Le missioni GRACE (Gravity Recovery and Climate Experiment) della NASA/DFG, portate avanti da team come quelli della University of Texas ad Austin, hanno ricostruito “istantanee” del campo di gravità terrestre nel tempo. Analizzando come due satelliti gemelli si avvicinano o allontanano per effetto delle variazioni di massa sottostanti, si ottengono mappe globali delle anomalie gravitazionali.

Queste mappe sono uno strumento potentissimo: consentono di monitorare i cambiamenti di massa nei ghiacci polari, nelle falde acquifere e nei grandi bacini; ma anche di leggere i processi sotto la crosta che si riflettono in superficie. Le variazioni legate a siccità o piogge persistenti sono misurabili, anche se di entità più contenuta rispetto alla tettonica.

Latitudine, spiagge equatoriali e il “caso” Chimborazo

Un classico dubbio riguarda l’equatore: una spiaggia sulla linea equatoriale avrà g leggermente minore rispetto a latitudini più alte per due motivi sommati: distanza maggiore dal centro e maggior contributo centrifugo dovuto alla rotazione.

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E il Monte Chimborazo, spesso citato perché il suo vertice è il punto della superficie terrestre più lontano dal centro, com’è messo? Al Chimborazo la gravità risulta più bassa che al livello del mare all’equatore, perché l’aumento di distanza dal centro del pianeta domina. La massa della montagna “spinge” nella direzione giusta per aumentare l’attrazione, ma non abbastanza da superare l’effetto dell’altitudine.

Montagne contro valli: risposta breve alla domanda iniziale

Alla domanda “la gravità è più forte in cima a una montagna o sul fondo di una valle?” la risposta breve è: di solito è più forte nella valle, perché sei più vicino al centro della Terra. Ma è davvero “di solito”: in certi contesti locali la distribuzione di massa sottostante può invertire o attenuare lo scarto. È per questo che servono le misure: montagna e valle non sono solo “alto” e “basso”, sono anche densità, struttura e fluidi in profondità.

Valori significativi: quanto cambia davvero g

Riassumendo alcuni numeri utili che tornano spesso negli studi: scarto superficiale di circa 0,7% sulla Terra, con estremi osservati da ~9,7639 m/s² (Huascarán, Perù) a ~9,8337 m/s² (Oceano Artico). A latitudine equatoriale si misurano valori medi attorno a 9,789 m/s², mentre ai poli ~9,823 m/s². Le città mostrano differenze coerenti con latitudine e geologia locale: ~9,766 m/s² a Kuala Lumpur, Città del Messico e Singapore, ~9,825 m/s² a Oslo e Helsinki.

Gravità, orbite e “microgravità”

In orbita bassa terrestre, tipicamente a ~400 km, l’accelerazione di gravità non sparisce: rimane intorno al 90% di quella al suolo, cioè ~8 m/s². Allora perché gli astronauti “galleggiano”? Perché navicella e astronauti sono in caduta libera perpetua verso la Terra, con sufficiente velocità tangenziale da “mancare” continuamente il suolo: il risultato è la condizione detta comunemente microgravità (niente “gravità zero” assoluta, che non esiste nella pratica).

In questo scenario, la gravità agisce come accelerazione centripeta mentre la velocità è sostanzialmente perpendicolare alla direzione della forza. Non si compie lavoro netto sulla velocità orbitale (se trascuriamo attriti e perturbazioni), e la sensazione a bordo è quella di assenza di peso.

La gravità su Luna, Sole e altri pianeti

Per avere un quadro comparativo, il valore di g cambia sensibilmente tra corpi celesti in base a massa e raggio:

  • Sole: circa 274 m/s² (fortissima curvatura dello spazio-tempo dovuta alla massa solare).
  • Terra: ~9,80 m/s² (valore medio al livello del mare).
  • Luna: ~1,62 m/s² (pesi molto più leggeri sulla superficie lunare).
  • Mercurio: ~3,7 m/s²; Venere: ~8,87 m/s²; Marte: ~3,711 m/s².
  • Giove: ~24,79 m/s²; Saturno: ~10,44 m/s²; Urano: ~8,87 m/s²; Nettuno: ~11,15 m/s².
  • Plutone: ~0,62 m/s² (gravità superficiale molto debole).

Questi valori spiegano, ad esempio, perché Giove “domina” gravitazionalmente molte interazioni nel Sistema Solare esterno e perché salti spettacolari sulla Luna siano possibili a parità di forza muscolare.

Gravità, oceani e maree

La forza gravitazionale della Luna (e in misura minore del Sole) genera le maree, oscillazioni periodiche del livello del mare che dipendono dalla geometria delle coste, dalla latitudine e dalla fase lunare. In molte zone si registrano due alte e due basse maree al giorno, mentre a latitudini elevate non mancano regimi diversi.

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Quando Luna e Sole sono allineati (novilunio e plenilunio), l’ampiezza di marea è maggiore; al primo e all’ultimo quarto è più contenuta. Questi effetti si sommano a rilievi batimetrici, correnti e venti, ma la causa primaria resta la trazione gravitazionale.

Perché queste differenze contano davvero

Potresti chiederti: ma se parliamo di pochi millesimi, a cosa servono? Servono eccome. Nei laboratori di fisica precisione e correzioni gravimetriche sono essenziali. In geodesia e ingegneria, le misure di g aiutano a stimare carichi, deformazioni e stabilità di opere. Nelle scienze della Terra, le anomalie di gravità rivelano strutture sepolte, movimenti di fluidi, variazioni d’acqua dolce sfruttabili o, al contrario, in calo durante la siccità.

In orbita, le piccole fluttuazioni del campo gravitazionale influenzano traiettorie e calcoli di navigazione. Sistemi come il GPS devono tenere conto di geoid, altitudine e relatività per fornire posizioni precise. E le missioni come GRACE hanno aperto una finestra unica sui “conti di massa” del pianeta, dal bilancio idrico alla perdita di ghiacci.

Domande frequenti chiarite con numeri e fisica

La gravità è più forte al polo rispetto all’equatore? Sì: agli effetti della forma terrestre (poli più vicini al centro), si aggiunge la componente centrifuga più debole ai poli. Ecco perché g ~9,823 m/s² ai poli e ~9,789 m/s² all’equatore.

Sulla cima di una montagna la gravità è maggiore o minore? In genere minore, a causa della maggiore distanza dal centro. Tuttavia, la massa del rilievo può localmente aumentare l’attrazione, e la struttura isostatica sottostante può attenuare o ribaltare piccole differenze: servono misure per il caso specifico.

Le aree con fosse e bacini profondi hanno sempre g più debole? Spesso sì, soprattutto in contesti di subduzione dove la densità e la topografia negativa generano anomalie gravitazionali più basse (es. Aleutine, Giappone, Tonga), ma le eccezioni esistono e dipendono dalla storia geologica locale.

Zero gravità esiste? No: parliamo di microgravità, che è la condizione di caduta libera in cui gli effetti apparenti della gravità diventano trascurabili per gli oggetti a bordo. A 400 km, g è ancora ~8 m/s².

Numeri che è utile ricordare

g medio terrestre (livello del mare): ~9,80665 m/s². Scarto massimo osservato in superficie: ~0,7% (da ~9,7639 m/s² a ~9,8337 m/s²).
Equatore vs Poli: ~9,789 m/s² contro ~9,823 m/s².
Esempi urbani: ~9,766 m/s² a Kuala Lumpur, Città del Messico, Singapore; ~9,825 m/s² a Oslo, Helsinki.
In orbita bassa (~400 km): ~90% di g al suolo (~8 m/s²), con condizioni di microgravità a bordo.

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La gravità terrestre è tutt’altro che uniforme: varia con latitudine e rotazione, scende con l’altitudine, risponde alla topografia e soprattutto riflette la distribuzione di massa invisibile sotto i nostri piedi. Le montagne possono aggiungere attrazione, ma l’elevazione tende a sottrarre; le fosse oceaniche e alcune zone di subduzione mostrano deficit; i grandi sistemi vulcanici e certe aree del Pacifico occidentale evidenziano surplus. Con gravimetri e satelliti come GRACE, oggi riusciamo non solo a “vedere” queste differenze, ma anche a seguirne l’evoluzione nel tempo, con implicazioni pratiche che spaziano dall’ingegneria al clima, dall’idrologia alla navigazione satellitare.